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Siccità e desertificazione: in Sicilia il problema è strutturale

Negli ultimi mesi non si fa altro che parlare di siccità e di come le colture siano a rischio nelle regioni del Nord, dimenticando che al Sud - e specialmente in Sicilia - la siccità sia divenuto un problema strutturale con cui convivere, o per meglio dire a cui "sopravvivere". La Sicilia, inoltre, è a rischio desertificazione, altro grave fenomeno correlato al cambiamento climatico. Ne abbiamo parlato con Corrado Vigo, agronomo e già componente del Consiglio nazionale dell'Ordine degli Agronomi.

Corrado Vigo

"Il problema della siccità in Sicilia è qualcosa che tutti gli agricoltori vivono annualmente - ha detto Vigo - In Sicilia, una delle Regioni più a sud di tutta l'Europa, non si può fare agricoltura se non si ha a disposizione l'acqua necessaria per le colture. La vera differenza fra le produzioni continentali e quelle mediterranee sta proprio nella richiesta idrica e nelle tipologie colturali. In Sicilia, a causa dei cambiamenti climatici, ma anche delle mutate esigenze irrigue, avviene che le irrigazioni in pieno campo non si iniziano più nel mese di maggio, come un tempo, ma si comincia a irrigare già nel mese di febbraio. Di converso, in molti anni passati le irrigazioni sono state concluse a fine ottobre. Ben si comprende, quindi, che le esigenze dell'agricoltura siciliana sono diverse di quelle continentali".

"Le problematiche dell'approvvigionamento sono sempre le stesse: le competenze sono del governo regionale e di quello nazionale - ha spiegato l'esperto - i quali negli ultimi 30 anni non hanno posto in essere azioni in grado di ridurre i disagi. I consorzi di bonifica non riescono a fornire l'acqua irrigua in tempo, ma soprattutto hanno ormai applicato una tariffazione talmente elevata, da risultare insostenibile per gli agricoltori e che, come un boomerang, si sta ritorcendo sugli stessi enti, poiché sono sempre meno gli agricoltori che fanno uso dei pochi e scarsissimi servizi da essi erogati. Le acque sollevate dalle falde profonde hanno dei costi elevatissimi, che negli ultimi mesi si sono triplicati a causa dei costi energetici improvvisamente aumentati a dismisura. Forse sarebbe opportuno cominciare a pensare che ogni azienda agricola dovrebbe dotarsi di un piccolo campo fotovoltaico per le esigenze aziendali, ma dopo 30 anni sarebbe anche il caso di far sì che i consorzi di bonifica facciano quello per cui sono nati, e non siano degli enti malvisti dagli agricoltori. Molti coltivatori di orticole e di frutta, in tutta la Sicilia, sono per fortuna organizzati da anni con piccoli invasi aziendali che sopperiscono alle summenzionate inefficienze".

"I cambiamenti climatici inoltre stanno accelerando il fenomeno della desertificazione - ha concluso l'agronomo - portando a un veloce impoverimento del suolo, con conseguenze enormi sull'agricoltura che, come accennato, dovrà orientarsi sempre più verso processi tecnologici e di precisione, evitando il consumo del suolo e centellinando l'acqua irrigua, risorsa che non è infinta, come stiamo vedendo in questi giorni. La Sicilia è la regione italiana con maggior rischio di desertificazione. Secondo i dati diffusi dall'Associazione Italiana Enti di Bacino, il 70% della superficie della Sicilia presenta un grado di rischio medio-alto. Un problema che riguarda sei province su nove, fatta eccezione per Catania, Messina e Palermo. Persino il Mar Mediterraneo registra in questi giorni un +4 °C rispetto alla media stagionale, mentre la media annuale delle temperature in Sicilia continua a salire e le condizioni climatiche assumono sempre più caratteristiche inusuali, con inverni più freddi ed estati sempre più afose".