In questi giorni, il mercato delle ciliegie è in crisi: il prodotto in circolazione è parecchio, i consumi non sono altrettanto alti e i prezzi sono in drastica discesa. Ma la realtà è più articolata, come spiega Valter Monari direttore del Consorzio Ciliegia di Vignola Igp: "Il prodotto è tanto e quando i prezzi crollano tutti ne risentono, ma vi è una grande differenza fra le produzioni di buon calibro e quelle di massa".
Secondo Monari, attualmente, specie in annate di piena produzione, il calibro spartiacque è il 26. Al di sotto di questa pezzatura, le ciliegie non sono richieste o vengono compravendute solo a cifre ridicole, al di sotto dei costi di produzione. "Il prodotto dal 26 in su, ma in realtà dal 28, 30 e oltre, spunta prezzi discreti. Al momento non eccezionali, paragonandoli ad altre annate, ma comunque in crescita e remunerativi per i produttori".
"Nei giorni scorsi, le ciliegie non avevano un sapore eccezionale - precisa - a causa dell'andamento meteo. Con i prossimi stacchi, entro 4-5 giorni anche la qualità organolettica migliorerà parecchio".
Secondo Monari "occorre coltivare producendo meno ciliegie, ma di calibro e sapore migliore. Ciliegie più grosse, inoltre, si raccolgono con meno manodopera, in quanto le operazioni risultano essere più veloci. Tutto però parte dalla potatura e dalla gestione agronomica. In alcune parti d'Italia, c'è chi lavora ancora come faceva 30 anni fa e oggi questo non è più possibile. Negli anni '90 si vendevano bene anche i calibri 22 e 24, mentre oggi questo non è più possibile".
"Quando un'area produttiva dispone di una produzione di ciliegie per l'80% sottomisura e non ha marchi di riconoscimento - conclude Monari - è dura ottenere risultati. Per fortuna, Vignola in questi anni ha cambiato radicalmente il proprio modo di lavorare e ha puntato sul marchio di qualità. E i risultati si vedono".