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Convertire a grano duro? E' troppo presto per dirlo

Carota siciliana, annus horribilis

"Una stagione veramente difficile, quella della carota, ormai alle nostre spalle. Ciò a causa essenzialmente della mancata richiesta per il nostro prodotto da parte dei mercati esteri". Così esordisce Carmelo Calabrese dell'OP Fonteverde di Ispica (RG), da noi intervistato per fare un bilancio aziendale conclusivo sulla stagione della carota.

"A contribuire a questo bilancio, che possiamo definire senz'altro negativo - ha continuato Calabrese - sono state alcune concause, a partire dal ritardo che abbiamo riscontrato per via di un inverno e di una primavera rigidi. Di contro il Veneto - che arriva con il suo prodotto immediatamente dopo di noi - non ha avuto lo stesso nostro problema, cominciando la stagione regolarmente ai primi di maggio. In questo modo, non abbiamo avuto sfogo neanche nella parte finale della campagna, in un contesto internazionale schiacciante, che ha visto in primavera l'immissione sui mercati europei di molto prodotto frigo conservato".

In tutta la Sicilia sono rimasti circa 400 ettari non raccolti
"I prezzi, fin dalle prime battute, si sono mantenuti bassi - ha lamentato l'imprenditore - per arrivare al termine anticipato della stagione toccando il sottocosto con 16/17 centesimi di euro al kg per il prodotto in big bag. Condizioni impraticabili, che ci hanno fatto interrompere ogni ulteriore raccolta, lasciando in campo alcune centinaia di ettari di prodotto di prima scelta, ora in attesa di essere trinciato. I programmi ci avevano indotto ad aumentare le superfici per questa campagna, passando indicativamente (perché non abbiamo dati precisi) dai soliti 1400 ettari ai circa 1800 ettari di quest'ultima campagna. Ovviamente, il riferimento alle superfici non riguarda l'OP Fonteverde, ma la produzione siciliana in toto. In ogni caso, c'è un esubero di produzione che è rimasto in campo, lasciandoci un'incognita sulla prossima programmazione. E' probabile che ritorneremo alle superfici precedenti, o forse anche meno".

Sopra: il peperone è un'altra delle referenze principali di OP Fonteverde

Facendo un conto semplicissimo, sarebbero rimasti per la trincia circa 300/400 ettari, sacrificati per lasciare spazio al prodotto conservato, straniero, dalle caratteristiche organolettiche certamente non all'altezza del prodotto siciliano, ma tant'è. Un vero peccato in tempi in cui, alla luce della nuova situazione geopolitica mondiale, il tema dell'insicurezza alimentare è diventato di grande attualità. Una condizione che vede rivalutate referenze come il grano duro, che in Sicilia si coltiva da sempre e che, per un'azienda come la Fonteverde è, o per meglio dire, era funzionale, costituendo una coltivazione a rotazione proprio con le carote e le patate.

Sopra, anche lo zucchino è uno degli articoli fondamentali per l'azienda.

"Per il momento, non abbiamo intenzione di ampliare le superfici dedicate al grano duro - ha commentato l'esperto - ma la situazione è fluida e dovremo rivalutare la nostra attuale posizione nel mese di ottobre, quando cioè dovremo procedere alle nuove semine. Frattanto, però, sarà nostra cura tenerci aggiornati sia sui prezzi sia sulle innovazioni varietali. Il prezzo attuale di 52 centesimi di euro al kg per i grano duro, rispetto ai 30 centesimi del passato, con la crisi in corso risveglia il nostro interesse. La cautela è tuttavia d'obbligo".

Per maggiori informazioni:
Carmelo Calabrese
OP Consorzio Fonteverde
Società Consortile Agricola a r.l.
C.da Fontanazza s.n.
97014 Ispica (RG) Italy
+39 0932 951484
patrizia@fonteverde.com
www.fonteverde.com