Quanto sarà pagata la cipolla precoce? A che punto di equilibrio si assesterà il mercato? Sono le domande ricorrenti che in questo periodo assillano le notti dei produttori. Nei giorni scorsi sono intervenuti un paio di commercianti (cfr. FreshPlaza del 18/05/2022) esprimendo la propria posizione. A seguito di quell'articolo, un agricoltore del nord d'Italia, produttore di cipolle, ci ha contattati per riportare la propria opinione.
"Ho letto l'articolo sulle cipolle di qualche giorno fa. L'aumento dei costi lo abbiamo sentito anche noi produttori, e di parecchio. I prezzi dei concimi sono triplicati rispetto al 2021, inclusi anche gli antiparassitari. Nonostante questo, il commerciante italiano non vuole pagare adeguatamente il prodotto che ritira e non è vero inoltre che ci siano scorte di cipolle del 2021".
Foto d'archivio
"L'anno scorso, in Italia - osserva l'agricoltore - c'è stata scarsissima produzione. Adesso arriva merce dalla Nuova Zelanda, ma anche in questo caso è poca, perché i costi di trasporto sono aumentati parecchio e incidono in maniera pesante sulla spesa complessiva, per cui importarla non conviene. E inoltre hanno avuto poca qualità".
"Dall'estero hanno bisogno di prodotto fresco e i nostri confezionatori vogliono tenere il prezzo al minimo, per guadagnare di più. In Germania il prodotto è esaurito e nei Paesi Bassi è quasi al termine".
E conclude: "Devono smettere di sfruttarci tutti gli anni, altrimenti chiudiamo. Abbiamo troppi costi e tutti i rischi sono a carico nostro. La prima cosa da eliminare è il conferimento. Se vuoi la merce, devi stabilirne il prezzo: a ciascuno spetta la sua parte, per pagarci le spese e guadagnare qualcosa. E così a cascata. L'agricoltore non può essere sempre quello a cui rimane il cerino in mano".