La poca acqua esistente in gran parte della Sicilia è resa carente da aridità e dispersione delle condutture, con opere idriche mai collaudate e funzionanti a regime ridotto. La regione risulta sempre più arida anche secondo i dati diffusi lo scorso anno dall'Anbi, Associazione nazionale consorzi gestione e tutela del territorio e acque irrigue, con riferimento soprattutto all'area del Siracusano, i cui bacini stanno registrando un volume complessivo pari a 498,99 milioni di metri cubi, cioè il 50,66% della capacità totale e con una tendenza in negativo. Con questi numeri sconfortanti, si procede verso la nuova stagione estiva che non promette nulla di buono.
Progetto ACQUA, presso l'azienda sperimentale Palazzelli del CREA in Sicilia
E' in questo contesto generale che si inserisce A.C.Q.U.A. 2 (Agrumicoltura Consapevole della Qualità ed Uso dell'Acqua). La seconda fase del progetto, volto a una gestione efficace e sostenibile dell'acqua in agrumicoltura, è promossa dal Distretto produttivo Agrumi di Sicilia e dal Dipartimento di Ingegneria Civile e Architettura (Dicar) dell'Università di Catania, con il contributo non condizionato di The Coca-Cola Foundation. Un secondo step, dunque, del progetto A.C.Q.U.A., che concluso nell'ottobre 2020, ha permesso la creazione di una piattaforma WebGIS, grazie alla quale è stata realizzata una mappatura delle aziende che producono agrumi in Sicilia e un database dei risultati emersi dalle analisi dei campioni di acqua.
Sopra: Camilli, Argentati, Cancelliere, Roccuzzo
Tre dati su tutti indicano una situazione di complessiva sofferenza delle campagne siciliane e delle 110 aziende coinvolte nel progetto: il 20% di esse, infatti, si trova in uno stato di potenziale spreco della risorsa idrica, e un ulteriore 20% deve far fronte alle carenze. L'alto tasso di salinità riscontrato, poi, rappresenta per tutti un fattore che non favorisce certamente l'ottimizzazione della produzione agrumicola.
Azienda sperimentale Palazzelli del CREA-OFA a Lentini
Il progetto ACQUA 2 parte, dunque, dall'installazione, in via sperimentale, di "sensori di campo" per la gestione efficiente dell'irrigazione, realizzati in diverse tipologie, e monitorati dal Dipartimento di Ingegneria Civile e Architettura su alcuni siti pilota, a loro volta diversi per caratteristiche climatiche, culturali, pedologiche della Sicilia agrumetata di qualità. In particolare, nell'agrumeto dell'azienda sperimentale Palazzelli del CREA-OFA a Lentini, già dotato di impianti pilota d'irrigazione, saranno ora installati dei sensori che insieme ai droni forniranno informazioni utili al confronto delle prestazioni dei diversi sistemi irrigui implementati.
Centralina dell'acqua per la subirrigazione
"L'agricoltura irrigua rappresenta il settore con il maggiore consumo idrico, a fronte di livelli di efficienza relativamente bassi - ha detto Federica Argentati, presidente del Distretto Agrumi di Sicilia, intervistata sul posto - Con gli imprenditori, i ricercatori e i docenti universitari coinvolti nel progetto ACQUA 2, proveremo ad affrontare il tema della risorsa idrica sotto l'aspetto aziendale. E guarderemo avanti, soprattutto ai programmi europei del Green Deal e Farm to Fork, all'attuazione del Piano nazionale di resistenza e resilienza (PNRR), che sulla sostenibilità della produzione, filiera agricola, digitalizzazione per una ottimale gestione delle colture, dedicherà uno specifico capitolo di spesa".
Centralina dell'acqua
"Saranno condotte campagne di telerilevamento aereo tramite droni, ripetute nel tempo - ha dichiarato Antonio Cancelliere, Ordinario di Costruzioni Idrauliche, Marittime e Idrologia al Dicar e responsabile scientifico del progetto - in corrispondenza dei siti pilota. Ma, soprattutto, combineremo le immagini rilevate con strumentazioni installate a terra. Ciò ci consentirà di verificare lo stato di salute delle piante e migliorare la stima dello stress idrico, intervenendo sugli sprechi. Verranno elaborate linee guida d'indirizzo sulla migliore sensoristica da utilizzare in campo rispetto alle diverse condizioni pedoclimatiche del territorio di riferimento e che verranno, con l'aiuto del Distretto Agrumi, veicolate alla filiera agrumicola. Dietro ogni goccia d'acqua, ricordiamoci, c'è anche un consumo di energia che di questi tempi risulta particolarmente costosa. Un impianto d'irrigazione che si avvale della sensoristica può portare a un ulteriore risparmio del 20/30% sulla spesa energetica".
Il drone che ha effettuato il rilievi dall'alto
"A partire dal 2020, abbiamo avviato una collaborazione col Distretto Agrumi sul Progetto ACQUA, in linea con la nostra vocazione ai partenariati diffusi, avendo già un esperienza nelle tecniche di irrigazione deficitaria - ha detto Giancarlo Roccuzzo, ricercatore del CREA – OFA di Acireale - abbiamo messo a disposizione uno dei nostri appezzamenti, quello di c.da Palazzelle vicino Lentini, per la verifica sperimentale di tecniche utili al risparmio idrico, verificando anche la quantità è la qualità della produzione, in relazione a differenti strategie per il risparmio idrico che sono l'oggetto del progetto. Ci occupiamo dei rilievi sulla fisiologia delle piante, ovvero 'interroghiamo le piante' su quali siano le risposte tecnico-produttive ed economiche delle differenti tecniche adottate che poi devono essere utilizzabili in comprensori con microclimi diversi. L'idea è di mettere a punto un pacchetto di opzioni che poi, nei differenti areali, potranno essere eventualmente adottate".
Un momento a margine dei lavori
Entrambe le edizioni ovvero i progetti ACQUA 1 e 2 sono state realizzate grazie al contributo non condizionato di The Coca-Cola Foundation che dal 2014 sostiene in Sicilia diverse iniziative a favore della filiera agrumicola.
Federica Agrentati
"La collaborazione tra il nostro braccio filantropico, The Coca-Cola Foundation, e il Distretto produttivo Agrumi di Sicilia - ha sottolineato Cristina Camilli, Direttore Relazioni Istituzionali, Comunicazione e Sostenibilità di Coca Cola Italia - ha consentito di portare avanti una serie di iniziative destinate allo sviluppo e alla crescita di questo comparto strategico: dalla formazione al recupero di materiali di scarto, dalle nuove tecnologie sino alla gestione delle risorse primarie, come l'acqua. Proprio questo progetto - il più recente in ordine di tempo e volto a favorire un uso sostenibile dell'acqua in agrumicoltura - è un ulteriore esempio di come una realtà internazionale possa contribuire, con soluzioni pratiche e insieme a tutti gli attori del territorio, al percorso di innovazione della filiera".