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Uva da tavola: un settore che non rimane inerte davanti alle difficoltà

"Un bilancio a due velocità, quello del comparto dell'uva da tavola siciliana, per una campagna conclusasi con largo anticipo". Questo il commento di Giovanni Raniolo, presidente del Consorzio di Tutela dell'Uva da Tavola di Mazzarrone Igp, il quale non nasconde la delusione per una stagione iniziata al meglio e terminata nel peggiore dei modi. Abbiamo ripercorso le tappe di quest'annata con il presidente, il quale nella sua intervista lascia molti interrogativi aperti per tutta la filiera dell'uva da mensa.

Giovanni Raniolo

"Nella prima fase della campagna, ossia quella delle uve precoci, abbiamo avuto tutte le occasioni per fare numeri soddisfacenti - ha ricordato Raniolo - Sia la produzione, sia la commercializzazione hanno avuto un andamento in linea con i programmi, grazie anche a condizioni meteo che hanno favorito la corretta formazione dei grappoli, ma anche i consumi al dettaglio. In questa fase, le varietà Victoria, Black Magic e Red Globe sono andate bene, con quotazioni medie, in giugno, tra 1,20 e 1,50 euro al kg, per poi assestarsi più in là, ad agosto, tra 0,80 e 1,00 euro al kg. Molto più alte le quotazioni per le seedless siciliane, che si sono fatte notare sui mercati e soprattutto dalle catene internazionali di supermercati".

"Successivamente, il caldo di luglio e agosto (che ha toccato oltre i 45 °C per giorni - ndr) - ha proseguito il manager - ha totalmente compromesso il processo produttivo delle uve medio tardive, con effetti che si sono rivelati in tutta la loro dimensione a settembre. I problemi di qualità erano quelli di un'uva che non si era sviluppata bene e con limitata shelf life; mancava totalmente la croccantezza, e i mercati ci hanno penalizzati. I prezzi sono stati un vero e proprio calvario, con 0,40 – 0,50 euro al kg e molte sono state le partire di merce invenduta, finché poi i produttori non hanno deciso di conferire il prodotto ai trasformatori. Come se non bastasse, a novembre, l'eccessiva umidità e le nebbie, hanno favorito la formazione di muffe che hanno, dunque, stroncato in anticipo la campagna, facendola terminare quasi 2 mesi prima del consueto".

Raniolo, da presidente del consorzio, fine imprenditore e persona pragmatica, quale abbiamo imparato a conoscerlo in questi anni, non perde l'occasione per trasformare una perdita inflitta dalla natura in un momento di riflessione che riguarda, come accennato prima, tutta la filiera. E' ancora accettabile, per esempio, che l'agricoltura resti totalmente in balia dei fenomeni atmosferici? Cosa è possibile fare, e cosa bisogna invece contemplare come del tutto imponderabile?

"L'esito drammatico di questa campagna - ha chiosato Raniolo - non può essere archiviato senza che il comparto intero non si ponga alcune questioni. Ormai i cambiamenti climatici sono un fatto ineluttabile e dobbiamo imparare ad assimilarlo, ma senza rimanere inerti. Il mondo delle ricerca, le associazioni di categoria, le parti sociali devono essere investite dei nostri problemi, che non saranno più solo nostri, quando il tracollo dell'economia agricola siciliana/italiana diventerà un serio problema strutturale, in un sistema che si basa per larga parte su questo settore primario. Quando il riverbero dei nostri problemi sarà diventato, malauguratamente, di ordine sociale, allora sarà troppo tardi. Bisogna agire adesso e investire gli esperti delle nostre criticità, coinvolgere la scienza e la politica nelle scelte di più ampio respiro. Si tratta di capire dove dobbiamo andare a parare. Quali sono le scelte tecniche da compiere? Possiamo pensare a varietà 'clima resistenti'? Chi bisogna scomodare per colmare il gap infrastrutturale e della logistica? Poche domande non sono esaustive, ed è per questo che vorrei stimolare un dibattito che possa completare l'elenco delle domande e, soprattutto, degli interlocutori cui indirizzarle. Un consorzio di tutela o un'azienda possono sopperire alle lacune dei territori fino a un certo punto, poi sono altri i livelli che devono intervenire, ed è arrivata l'ora di interloquire con tutti e di richiamare, nel senso più costruttivo del termine, ciascuno al proprio compito".