Iscriviti alla nostra newsletter giornaliera e tieniti aggiornato sulle ultime notizie!

Iscriviti Sono già iscritto

State utilizzando un software che blocca le nostre pubblicità (cosiddetto adblocker).

Dato che forniamo le notizie gratuitamente, contiamo sui ricavi dei nostri banner. Vi preghiamo quindi di disabilitare il vostro software di disabilitazione dei banner e di ricaricare la pagina per continuare a utilizzare questo sito.
Grazie!

Clicca qui per una guida alla disattivazione del tuo sistema software che blocca le inserzioni pubblicitarie.

Sign up for our daily Newsletter and stay up to date with all the latest news!

Registrazione I am already a subscriber
Il laboratorio Sicural ha messo a punto una metodologia

Inquinanti P-Fas, ecco dove e perché cercarli

Da almeno un paio d'anni, è balzato all'attenzione dell'opinione pubblica il tema degli inquinanti P-Fas. Se ne è parlato a livello nazionale anche se, al momento, la maggior parte dei problemi pare riconducibile per lo più al bacino idrografico del Po (leggi qui), in Pianura padana quindi. 

Il laboratorio Sicural ha messo a punto una metodica per la ricerca di questi inquinanti che, a causa della loro presenza nell'ordine dei nanogrammi, necessitano di strumentazioni particolarmente sensibili.
"I P-Fas - spiegano Maverik Bezzi, Giusy Riciputi e Silvia Zuccherelli di Sicural - sono composti chimici perfluoroalchilici utilizzati in campo industriale per la loro capacità di rendere i prodotti impermeabili all'acqua e ai grassi. Vengono impiegati per la produzione di numerosi prodotti commerciali. Da qualche anno, la loro presenza è stata riscontrata nelle acque e quindi, potenzialmente, possono entrare nella catena alimentare".

Per questo la loro ricerca, ad esempio abbinata ad altre analisi di routine, può essere utile per una maggiore tranquillità da parte del produttore e per dare un valore aggiunto al prodotto all'atto della vendita alla Gdo.

"Gli alimenti possono venire contaminati dai terreni - aggiunge Bezzi - o dalle acque utilizzate per coltivarli, oppure dai P-Fas da imballaggi o anche da attrezzature contenenti P-Fas, impiegate per le lavorazioni alimentari".

Sugli alimenti, la valutazione scientifica dell'EFSA si è incentrata su quattro molecole di P-Fas: l'acido perfluoroottanoico (PFOA), l'acido perfluoroottansolfonico (PFOS), l'acido perfluorononanoico (PFNA) e l'acido perfluoroesano solfonico (PFHxS). Sugli alimenti non vi è ancora un limite di legge definito, ma il parere scientifico di EFSA riporta una dose settimanale tollerabile di gruppo (DST) di 4,4 nanogrammi per chilogrammo di peso corporeo alla settimana. 

Per maggiori informazioni:
Sicural
Via Dismano 2855,
47522 Cesena (FC)
+39 0547 377303
laboratorio@sicural.it
www.sicural.it