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Uva da tavola siciliana, bilancio di una stagione a doppia faccia

All'indomani della sua rielezione, abbiamo intervistato nuovamente il presidente del Consorzio di Tutela dell'Uva da Tavola per fare il punto, questa volta, sulla stagione in corso.


Giovanni Raniolo

"L'andamento produttivo della stagione 2021, in Sicilia, nel territorio dell'Igp di Mazzarrone - ha detto Giovanni Raniolo - quest'anno ha fatto segnare una prima parte della campagna, approssimativamente da fine maggio al 20 agosto, con rese nella norma e qualità eccellente. Purtroppo, a partire dalla fine di agosto le produzioni hanno avuto problemi di disidratazione del frutto e quindi una qualità generalmente scadente. E' il conto che ci è stato presentato dalle avversità climatiche, dovute al forte caldo, con quote di temperature anche oltre i 45 °C, che hanno bloccato la corretta crescita del frutto. Pur irrigando più del triplo rispetto al dovuto in una stagione normale, non abbiamo potuto soddisfare il fabbisogno di acqua della pianta che, di conseguenza, andava in stress idrico. Tutto ciò si è tradotto in un prodotto non croccante e con poca shelf life".

La stagione commerciale
"Questa stagione, come accennato, è stata una campagna produttiva e, di conseguenza anche commerciale, a doppia faccia - ha sottolineato il presidente - Una prima parte possiamo definirla eccellente, la seconda parte è andata via via peggiorando, rivelandosi praticamente disastrosa. I prezzi a inizio stagione, per il prodotto tradizionale con semi, sono stati soddisfacenti per la produzione, quotati da un minimo di 1,20 euro al kg per il prodotto precoce da serra a un massimo di 1,60. Nella parte centrale della campagna, invece, i prezzi oscillavano da 0,80 a 1,20 euro al kg, per poi scendere nella parte finale a 0,80, poi 0,50 e anche a meno, in alcuni casi. Molto più articolate le dinamiche dei prezzi per le uve senza semi. In questo contesto, al consumo il packaging sempre più richiesto dai retailer è la mono porzione o la confezione da 1 kg al massimo. La merce sfusa è sempre apprezzata ma non ha fatto registrare aumenti di richieste da parte dei nostri interlocutori commerciali in termini percentuali".

La concorrenza dell'uva siciliana e i trend produttivi
"Trascurando la parziale sovrapposizione con la campagna egiziana per il prodotto extra precoce - ha detto Raniolo - la nostra concorrenza diretta inizia quando la Spagna comincia con le sue uve senza semi, a metà luglio, in contemporanea con la Puglia. A fine luglio arriva anche la Grecia con l'uva Victoria. Ma quest'anno, in quella porzione di stagione abbiamo avuto un prodotto davvero molto valido e di grande qualità, pertanto non abbiamo risentito di tale concorrenza".

"La tendenza del mercato - ha aggiunto l'esperto - va sicuramente verso le uve senza semi. E' un dato incontrovertibile, che segna il presente e il futuro produttivo globale. Basti pensare che, in buona parte dei mercati, ad esempio negli Usa o nel nord Europa, non conoscono quasi per niente l'uva con semi, soprattutto la generazione dei Millennials. Sempre di più, dunque, i consumatori preferiscono un prodotto apireno in luogo di quello con semi. Fermo restando che, oltre a quello nostro nazionale, i mercati esteri più interessanti per le uve con i semi rimangono Francia e Svizzera. E questo tema ci porta all'innovazione varietale. Sono state infatti sperimentate su parecchi ettari uve senza semi nella fase precoce (Millennium, Arra 30 e Superior), uve rosse (Flame) e nere (Summer Royal). Stiamo sperimentando, inoltre, nuove tecniche agronomiche volte al miglioramento produttivo, che consistono in nuovi impianti strutturati un po' come il vecchio tendone, ma modificato in un misto fra tendone e grande spalliera".