Il prezzo del radicchio tondo già da alcune settimane è ben al di sotto dei costi di produzione. Giuseppe Boscolo Paolo, direttore dell'Ortomercato di Chioggia, non usa mezzi termini: "Negli ultimi giorni le quotazioni si sono aggirate sui 10-15 centesimi al kg. E' una debacle se si pensa che i costi di produzione sono attorno a 50 centesimi. Per i nostri produttori raccogliere fa aumentare i costi".
Le cause si potrebbero riassumere nella troppa offerta rispetto alla domanda, ma secondo Boscolo Palo ciò è troppo semplicistico: "Il 70% degli agricoltori fa dei contratti individuali con commercianti e sono questi ultimi i veri detentori della leva del prezzo. Se il mondo produttivo fosse più organizzato, se aggregassimo l'offerta e la regolassimo, non giungeremmo a situazioni come quella attuale".
Giuseppe Boscolo Palo
Da 15 centesimi in campo a 2,80 euro al banco del supermercato, la differenza è troppa. "Nel mezzo c'è qualcuno che non rispetta una equa distribuzione. Anche gli agricoltori devono sopravvivere e quest'anno c'è anche l'aspetto del rincaro delle materie prime che ci sta mettendo in ginocchio".
Secondo il direttore, andrebbe scritto un patto di filiera con, più o meno, queste cifre per un'annata come questa: 70 centesimi al produttore, 80 al grossista/confezionatore e 1,30 euro per l'ultimo step, vale a dire il margine del venditore al dettaglio. "70 più 80 più 1,30 fa 2,80 euro/kg. Credo che tutti potrebbero essere soddisfatti e coprire le spese".
Poi vi è un ultimo aspetto che inquieta Boscolo Palo: "Le importazioni di radicchio da paesi come la Polonia non sono così improbabili. Qualche anno fa un grossista lo scrisse pure sul suo sito internet. Ma chi ha mai visto al supermercato un'etichetta con la scritta 'prodotto in Polonia'? Sospetto che ci sia qualcuno che importa radicchio dai paesi dell'est, a basso costo, e poi lo rivende in Italia 'dimenticando' di riportare la vera provenienza".