Luce e anidride carbonica (CO2) sono due fattori essenziali per la fotosintesi delle piante coltivate sotto serra. In inverno, in realtà, la CO2, nel caso della coltivazione di lamponi, ha un effetto quasi nullo sulla produzione e la qualità. Questo secondo l'Organizzazione olandese dei coltivatori di frutta (NFO). Più luce, invece, significa più produzione. Ma ci sono grandi differenze per varietà e pianta.
Ciò è evidente da uno studio condotto dall'Unità di ricerca sull'orticoltura in serra e i bulbi da fiore della Wageningen University. La prova è stata fatta per vedere se, in futuro, sarà possibile una coltivazione che non necessita di fonti energetiche di origine fossile e cioè con un dosaggio di CO2 limitato o nullo. E, nel caso, anche con un riscaldamento minimo.
Negli esperimenti sui lamponi di varietà Lagorai e Kwanza, gli scienziati hanno applicato due diversi dosaggi di CO2 e due variazioni di intensità della luce. Nessuno dei due livelli di dosaggio di CO2 ha influenzato molto la produzione e la qualità; anzi, quasi non le ha influenzate per niente. Quindi, in inverno, con relativamente poca luce solare e luci artificiali in sostituzione, i livelli di CO2 non hanno bisogno di essere così alti.
Più luce equivale a più produzione
Entrambe le prove di intensità luminosa hanno utilizzato l'illuminazione a LED per circa 1.850 ore. Questo per tutto il periodo di coltivazione. La prova ha mostrato che il consumo di calore era elevato. A luce alta e bassa, la media è stata di 12,8 e 16,9 metri cubi per metro quadro, rispettivamente. Tali luci sono state necessarie soprattutto per la deumidificazione, in quanto ciò permette di prevenire i problemi di patologie fungine.
Questo consumo di calore dovrebbe essere notevolmente ridotto in un'agricoltura più sostenibile e senza fonti energetiche fossili. Nei trattamenti, la luce PAR totale differiva del 15%. La raccolta di più frutti ha aumentato la produzione di frutta di classe I dell'11,5%. La presenza di maggiore illuminazione ha aumentato il tasso di fotosintesi, ma si è poi rilevata una riduzione durante la coltivazione.
Le differenze di produzione finale di queste due varietà si sono rivelate piuttosto considerevoli. Ciò è stato in parte dovuto al materiale vegetale non uniforme. La produzione media di frutta di classe I è stata, rispettivamente, di 2,0 e 3,5 kg per metro quadro per le varietà Kwanza e Lagorai.
È possibile leggere il rapporto esteso della prova (in olandese) sul sito web kasalsenergiebron.nl.
Fonte: NFO