"Le vendite dell'uva da tavola italiana proseguono, ma le difficoltà commerciali si notano anche sul mercato europeo. Non è sicuramente una stagione semplice, quella attuale. Seppure le vendite si mantengono stabili, l'offerta è abbondante e le richieste, a prescindere dalla tipologia di uva, sono basse. I prezzi invece sono altalenanti e mediamente inferiori rispetto allo scorso anno". Così afferma Claudio D'Alba, CEO della Plantis Group, una realtà pugliese specializzata nell'export di frutta e verdura.
"Il nostro timore è che tale situazione possa protrarsi fino alla conclusione della campagna 2021 o, peggio ancora, diventare più difficile quando nei prossimi mesi sui mercati arriveranno anche le produzioni provenienti da oltreoceano. A tamponare la situazione ci aiuta il ricco portafoglio clienti che, per quanto riguarda l'uva, è composto da player di circa 20 Paesi europei e Extra-Ue. Se avessimo esportato soltanto in pochi mercati, avremmo sicuramente avuto maggiori problematiche".
"Le uve senza semi rimangono comunque le preferite, specie al Nord-Europa, ma anche quelle con semi sembrano viaggiare su una corsia preferenziale, in particolar modo in quelle nazioni dove c'è una forte presenza di comunità arabe. Al momento, ogni settimana riusciamo a spedire da 230 a 250 pallet. Come cultivar tradizionali abbiamo ottime disponibilità di uve Italia, Red Globe e Palieri, mentre per le seedless commercializziamo Superior, Crimson e Summer Royal".
Prosegue D'Alba: "Con le varietà precoci abbiamo avuto un esordio fantastico durante i mesi estivi, soprattutto nei mercati baltici e scandinavi, ma questa ottima tendenza commerciale è presto mutata con l'arrivo del mese di settembre e della graduale maturazione delle uve medio-tardive".
"I profitti sono bassi sia per i produttori che per noi commercianti. Una situazione che, purtroppo, non riguarda soltanto l'Italia, ma anche il prodotto greco e spagnolo. Pensavamo che i rincari delle materie prime avrebbero fatto salire un po' le quotazioni, e invece tutte le spese sono aumentate tranne che i prezzi di partenza delle uve. Ora a rincarare è anche il carburante, ma potremo comprendere i primi effetti di questo fenomeno non prima della fine di ottobre" conclude l'operatore.
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