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Gli ortaggi "Nickel Free" proteggono chi soffre di allergia a questo metallo pesante

I prodotti Nickel Free non rientrano nelle voci della farmacopea ufficiale; eppure servono a non far stare male le persone che soffrono di allergia al nichel (circa il 5/6% della popolazione). Infatti da quando se ne è compresa l'importanza, gli alimenti che non contengono nichel sono sempre più oggetto di interesse da parte del settore food.

Ma come fa un produttore a ottenere un'orticola Nickel Free? Ne abbiamo parlato con Mario Cugno dell'ente certificatore Bureau Veritas, al quale abbiamo chiesto l'importanza di una certificazione Nickel Free nel contesto dell'odierno mercato al consumo dei prodotti ortofrutticoli freschi e trasformati.

Mario Cugno

"Per prima cosa, significa poter dimostrare ai consumatori l'impegno per una produzione più sostenibile e sicura, con una maggiore attenzione verso le persone più vulnerabili - ha risposto il Business Development Manager Sicilia - Solo attraverso una certificazione di prodotto, rilasciata da un organismo indipendente, si può comunicare, senza alcuna autoreferenzialità, il valore del proprio prodotto in termini di sostenibilità e sicurezza alimentare".

Ma qual è l'iter per ottenere la certificazione Nickel Free per le coltivazioni in fuori suolo e, dall'altra parte, quali caratteristiche deve avere un suolo per essere considerato tale? "Per ottenere la certificazione Nickel Free - ha risposto Cugno - un'azienda di produzione primaria, o un trasformatore di prodotti primari vegetali, con il coinvolgimento della propria filiera deve redigere un disciplinare tecnico dove vengono definite: responsabilità, procedure e misure di controllo atte a garantire l'assenza di Nichel nel prodotto immesso sul mercato. Per poter ottenere la certificazione, il sistema di controllo deve essere valutato da un organismo di terza parte, come accennato, indipendente, che stilerà un piano di controllo ispettivo per verificare che tutte le fasi e le misure di controllo previste nel disciplinare siano attuate ed efficaci, e che vi sia un piano di controllo analitico per la ricerca del nichel nel prodotto immesso sul mercato. Il metodo della coltivazione fuori suolo, in particolare, evita l'assorbimento del nichel presente nel suolo; anche il terreno sabbioso si presta, con le dovute cautele e ricerche, a una coltivazione Nickel Free".

Coltivazione di pomodoro in fuori suolo

E' possibile rendere un suolo libero da metalli pesanti? "Non è possibile rendere un suolo libero da metalli pesanti - ha escluso l'esperto - I suoli contengono naturalmente metalli pesanti in quantità variabili a seconda della roccia/sedimento su cui si sono formati. Oltre ai metalli presenti naturalmente nel suolo, si aggiunge il contributo legato alle attività agronomiche (apporto di concimi ecc.) e alle precipitazioni atmosferiche. I metalli contenuti nello strato superficiale possono essere soggetti ad assorbimento da parte delle piante, per azione delle radici e/o a lisciviazione in profondità, per azione dell'acqua piovana. Quello che può essere gestito è, quindi, l'accumulo legato agli apporti esterni. In sintesi, per ovviare ai problemi di accumulo di nichel sul prodotto è possibile impiegare sistemi di coltivazione alternativi quali: l'immersione delle radici in una soluzione nutritiva (coltivazione idroponica); la coltivazione in substrato inerte (esempio fibre naturali, perlite e/o sabbia); la coltivazione su terreni sabbiosi".

"Nei suddetti casi e usando concimi con bassa o nessuna concentrazione di metalli pesanti - prosegue l'esperto - si potrà ridurre l'assorbimento degli stessi. Questi sistemi di coltivazione e l'uso di soluzioni nutritive con basse o nulle concentrazioni di metalli pesanti, se integrati con un trattamento delle acque di irrigazione e/o il recupero di acqua piovane, consentono di ottenere un prodotto privo o con un tasso molto basso di nichel, tale da non indurre problemi di intolleranza alimentare".

Anche a livello di fabbricazione dei fertilizzanti, il Legislatore, riconoscendo la pericolosità dei metalli pesanti, ha stabilito dei limiti specifici, così come normato dal nuovo Reg. UE 1009/2019 che, a differenza della normativa in vigore (Reg. CE 2003/2003), definisce i limiti massimi che i diversi fertilizzanti devono contenere. Pertanto, utilizzando i nuovi fertilizzanti a basso contenuto di metalli pesanti si limiterà l'accumulo nel terreno e, di conseguenza, l'assorbimento da parte delle piante.

Per ulteriori informazioni: 
Mario Cugno
Bureau Veritas Italia
Via Epicarmio Corbino 59 -
96001 - Augusta (Italy)
+39 3420746548
mario.cugno@bureauveritas.com
www.bureauveritas.it