La raccolta è iniziata da una decina di giorni e andrà avanti fino all'autunno: si tratta di Fragolà, il brand di Kingfruit per la produzione di fragole coltivate in quota (1200 metri slm in provincia di Verona) e fuorisuolo, in grado di garantire costanza produttiva, e soprattutto qualitativa, in termini di croccantezza della polpa, caratteristiche organolettiche e °Brix. Tutte caratteristiche che la fanno apprezzare dalla Gdo e rendono Fragolà un prodotto ri-cercato e ri-comprato dai consumatori. La varietà utilizzata è la rifiorente Murano.
"Il progetto, che compie esattamente 10 anni - esordisce Massimo Ceradini, ceo di Kingfruit - si è mostrato vincente. La nostra montagna, la Lessinia, grazie a una notevole escursione termica tra il giorno e la notte, permette di produrre frutti dalla polpa soda e croccante, utilizzando sistemi di prevenzione delle malattie e insetti utili. Il Fragolà Park si inserisce in un contesto dalla forte connotazione turistico-ambientale, dove la nostra fragola ha trovato il suo habitat naturale".
La coltivazione fuori suolo è stata una scelta dettata prevalentemente dalla convinzione per uno sviluppo sostenibile e dalla volontà di ridurre gli sprechi.
"Questa tecnica di produzione ci ha permesso di ridurre l'utilizzo del suolo, ma soprattutto dei volumi d'acqua, con un risparmio medio annuo del 20%. Il tutto senza alcuna ripercussione sulla produttività delle piante e sulle caratteristiche peculiari del frutto. Infatti la fragola di montagna presenta un maggior grado zuccherino rispetto a quella di pianura; inoltre, in questi lunghi anni abbiamo avuto sempre più riscontri positivi in merito alla sua prolungata shelf life".
Continua Ceradini: "La scelta della tipologia di fragola tardiva è uno dei nostri punti di forza, perché permette di offrire un prodotto fuori stagione, nel senso che il consumatore è convinto di non poter più trovare nel punto vendita fragole di alta qualità, e invece ciò è possibile grazie al nostro prodotto".
Massimo Ceradini
La presenza nel parco Fragolà di una serra adibita alla ricerca e allo sviluppo non solo di nuove varietà, ma anche di sistemi per il recupero delle acque piovane, di smaltimento delle soluzioni nutritive percolate non assorbite dalle piante, al mantenimento del microclima all'interno delle stesse, fa ben capire che lo sguardo dell'azienda è sempre proiettato verso il futuro.
"L'obiettivo - conclude Ceradini - non è aumentare le quantità, bensì migliorare la qualità, prolungando la stagionalità: una fragola più sana, nutriente, sostenibile. Sostenibile come la trasformazione da un sistema di produzione a ciclo aperto a un impianto a ciclo chiuso. Per questo progetto, ora in fase di valutazione, sono previsti ingenti investimenti, ma con una previsione di risultati davvero total green".
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Massimo Ceradini
Kingfruit
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