Meno plastica, più prodotti alternativi. E' l'obiettivo del progetto Step avviato dal Crpv di Cesena che non vuole demonizzare le materie plastiche, bensì favorirne il riciclo e utilizzare anche altre materie prime.
“Oggi la plastica convenzionale è ampiamente utilizzata lungo tutta la filiera ortofrutticola – spiega Alvaro Crociani (in foto), direttore di Crpv - dalle pacciamature alle reti anti-grandine e anti-insetto, ai sistemi di irrigazione; ad essi si aggiunge tutto il capitolo degli imballi utilizzati per il pack della frutta fresca e di IV gamma. Ma oggi, grazie ai progressi della scienza e della ricerca, abbiamo a disposizione diverse alternative possibili che potrebbero sostituire, in molti casi, la plastica convenzionale e generare percorsi virtuosi di riciclo e recupero. Con il progetto Step, Strategie per la riduzione e razionalizzazione dell’uso delle plastiche nella filiera frutticola, non intendiamo demonizzare la plastica, ma capire come utilizzarla al meglio, valorizzandola alla fine del suo ciclo di utilizzo, individuando quali materiali maggiormente eco-compatibili potrebbero diventare la scelta ideale per il futuro della frutticoltura”.
Il percorso di Step, realizzato nell'ambito del PSR 2014-2020 della Regione Emilia-Romagna per la durata di due anni, culminerà con la stesura di uno studio di fattibilità per la gestione del "fine vita" delle materie plastiche usate lungo la filiera.
Daniele Missere, responsabile del progetto per il Crpv, sostiene: "Le alternative alla plastica convenzionale utilizzata in campo, in molti casi, esistono già, come il Mater-Bi per la pacciamatura, ma vengono utilizzate pochissimo: partiremo quindi dall'esistente, cercando di capire quali siano le barriere che impediscono la diffusione di questi materiali. Parallelamente, lavoreremo anche sul fronte degli imballaggi per il confezionamento della frutta che, nell'ultimo anno, hanno avuto un ulteriore boom a causa del Covid".
Foto d'archivio
"L'obiettivo è quello di riuscire a razionalizzare l'uso delle plastiche convenzionali tramite la riduzione della complessità dei pack e degli spessori, individuando nuovi materiali meno impattanti sull'ambiente, realizzati da fonti rinnovabili, biodegradabili e compostabili. La sfida è grande: la frutta è un prodotto vivo e non semplice da gestire garantendone salubrità, resistenza agli urti e trasparenza".
Del progetto fanno parte UniMoRe - Università degli Studi di Modena e Reggio, e Alma Mater Studiorum – Università di Bologna, Apofruit e Granfrutta Zani; vi è inoltre l'interesse da parte di Apo Conerpo, Agribologna, Naturitalia e Orogel.