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Una panoramica dal nord d'Italia

Dal Piemonte alla Toscana forti perdite di drupacee e danni a kiwi e pomacee

Continuano le notti di passione, a causa delle basse temperature. Al nord d'Italia, la situazione è sempre più preoccupante. Ecco, regione per regione, una parzialissima situazione dei danni.

Piemonte
In provincia di Cuneo, zona frutticola per antonomasia, le temperature sono scese fino a -3°, con cospicue brinate miste tra avvezione e irraggiamento e piccole nevicate sono state segnalate nel Monregalese. E' quanto hanno segnalato i tecnici dell'agenzia 4A di Coldiretti impegnati, in queste ore, nel monitoraggio della situazione a fianco degli agricoltori per consigliare possibili soluzioni per proteggersi dalle brinate. L'allerta brina non si ferma, perché sono attesi nuovi fenomeni almeno fino a venerdì.

Veneto
Le gelate mattutine di questi giorni rischiano di bruciare le gemme e i frutticini di peschi, albicocchi e susini. In particolare a Monselice, a Conselve e nell'area dei Colli. "Temperature fino a 3 °C sottozero non sono in linea con le medie del periodo - spiega il direttore di Condifesa Padova, Tiziano Girotto - In queste ore stiamo ricevendo molte denunce di danni alle coltivazioni. Tuttavia, è troppo presto per fare qualunque tipo di stima".

Giovedì 8 aprile alle 6 del mattino queste le temperature più basse registrate: picchi di -3.5 in provincia di Verona; tra -2 e -3 °C anche su locali aree del medio-alto Polesine, in provincia di Padova e Vicenza.

Emilia Romagna
Le zone di Modena, Ravenna, Bologna e Forlì-Cesena, a indirizzo prettamente frutticolo, stanno attraversando notti gelate. Ciò che si era salvato dopo l'ultima ondata di gelo del 18-20 marzo scorso, ora è andato perso.

Foto di Fabiano Mazzotti giovedì 8 aprile 2021, provincia di Ravenna

Giovedì 8 aprile alle 6 del mattino queste le temperature più basse registrate: quasi -5.0 °C nella zona appena fuori Copparo (Ferrara) e i -4.3 di Jolanda di Savoja (Ferrara), 3 °C sottozero in provincia di Modena.

Mai come quest'anno, probabilmente, la frutta romagnola sparirà dai banchi del mercato come pure le ciliegie del comprensorio vignolese. Lo sottolinea Confagricoltura Emilia Romagna che aggiunge: "Il brusco e prolungato crollo delle temperature - dalla mezzanotte di ieri a stamattina con punte fino a meno 6 gradi in pianura - accompagnato un po' ovunque da forti precipitazioni, gelate notturne e neve anche nella prima fascia collinare, ha interessato, in maniera estesa, tutta la regione".

Foto Condifesa Ravenna

Poco o nulla si raccoglierà sugli alberi di albicocche, susine, pesche, nettarine e ciliegie nell'area che va da Rimini, Forlì-Cesena, Ravenna fino a Bologna, Ferrara e Modena, in pianura e collina. Danni anche sulle piante già germogliate di kaki e kiwi, sia giallo che verde, soprattutto negli impianti privi di un sistema antibrina e reti antigrandine, un mix che di fatto può far salire il termometro anche di 1 o 2 gradi. Le piogge e l'umidità hanno accentuato gli effetti delle temperature rigide nelle specie frutticole in piena fioritura, come il melo; danneggiati gli ovari dei fiori di pero.

Il presidente Cia Reggio Antenore Cervi sottolinea che gli interventi strutturali contro il gelo (come reti o ventole) sono solo "parzialmente efficaci. Per questo chiediamo di rivedere gli strumenti assicurativi alla luce dei cambiamenti climatici che penalizzano fortemente non solo l'agricoltura reggiana ma dell'intera Emilia Romagna: chiediamo soluzioni urgenti e concrete per gli agricoltori". Sollecita inoltre un vero e proprio 'Patto per l'agricoltura' a livello regionale, con una serie "di agevolazioni immediate per chi ha subito danni come una moratoria dei mutui o finanziamenti a fondo perduto".

Toscana
Sette gelate in un mese e intere colture bruciate dal gelo. Oggi il settore dell'ortofrutta toscana conta i danni: la produzione di albicocche danneggiata quasi totalmente, si stima l'80%; nettarine e pesche dal 70 al 50% in meno. "Una situazione drammatica, è il terzo anno consecutivo che registriamo danni ingenti, ma questo 2021 è peggio degli altri", è l'allarme di Confagricoltura Toscana per voce di Antonio Tonioni, presidente del settore Ortofrutta. Meno 5,3 gradi registrati in Valdichiana, dove si concentra la maggiore produzione ortofrutticola toscana, e fino a meno 3 sulla costa, tra Livorno, Grosseto e Pisa. Ora l'attenzione è sul melo e il pero in piena fioritura: "Un'altra gelata sarebbe disastrosa", continua Tonioni.

Stimare i danni è comunque prematuro. "Possiamo però dire già che sono superiori a quelli del 2020. Le gelate di quest'anno hanno trovato la campagna già pronta e in fioritura a causa di un febbraio caldo. Dobbiamo aspettare maggio per vedere le perdite effettive, quando capiremo se i frutti rimasti sugli alberi sono buoni o cadranno perché irrimediabilmente danneggiati".