Il raccolto di asparagi peruviani del 2021 è stimato a 370mila tonnellate. Si tratta di un incremento del 5% rispetto alla stagione scorsa. Nel 2019 il raccolto di asparagi fu di 367mila ton. Nel 2020 le rese sono diminuite del 4% anno su anno a causa di una carenza di manodopera durante la stagione di raccolta, dovuta al rigoroso lockdown nazionale imposto dal governo peruviano.
Nel 2020 la superficie di raccolta è stata pari a 32.000 ettari. La resa media è di circa 14 ton per ettaro, mentre i coltivatori più efficienti possono arrivare a raccogliere fino a 20 ton per ettaro. Le rese medie sono aumentate drasticamente negli ultimi dieci anni grazie a un migliore utilizzo della tecnologia, a sistemi di fertirrigazione più efficienti e a una più profonda comprensione della coltura.
La maggior parte degli asparagi peruviani deriva dalla stessa varietà da seme, la UC157. In Perù il 40% all'incirca della raccolta di asparagi avviene tra settembre e dicembre. Le temperature miti e la scarsità di piogge rendono la zona costiera peruviana un ambiente ideale per la coltivazione degli asparagi. Il clima secco previene che gli asparagi entrino in uno stadio di dormienza e ciò rende il Perù uno dei pochi Paesi al mondo dove si possono raccogliere asparagi di qualità per tutto l'anno. Le regioni di Ica e La Libertad sono le zone principali di coltivazione.
Export
Il Perù ha due diversi mercati per gli asparagi, ovvero quello degli asparagi verdi e quello degli asparagi bianchi. Gli asparagi verdi, che rappresentano l'80% circa della resa complessiva, vengono imballati freschi in cartoni da 5 kg o surgelati per l'esportazione verso gli Stati Uniti, mentre gli asparagi bianchi vengono trasformati in prodotti in scatola o in vasetto e poi esportati in Europa. Gli asparagi freschi peruviani vengono esportati principalmente negli Stati Uniti (75%) e poi anche in Spagna, Regno Unito e Paesi Bassi (ogni nazione rappresenta il 6% delle esportazioni). Si stima che le esportazioni di asparagi peruviani aumenteranno del 16% nel 2021, fino a raggiungere 138mila tonnellate.
Fonte: USDA