Nelle prossime settimane, arriveranno nei principali porti europei le pere Abate del Sud America. Già si è vista qualche partita di William. Questo potrebbe causare qualche difficoltà, in un momento non proprio idilliaco per il comparto. Lo sostiene un operatore del Nord Italia, che continua: "Noto un po' troppo rilassamento anche da parte di diversi miei colleghi. Spero di sbagliarmi. E spero che le catene della Gdo italiane preferiscano il prodotto nazionale anche quando arriveranno le pere dall'Argentina. Le vendite in generale non sono elevate e credo che il consumatore andrebbe informato al meglio circa la provenienza di un prodotto".
Foto d'archivio (senza alcuna correlazione con il testo dell'articolo), scattata in un mercato all'ingrosso
E aggiunge: "Quest'anno, diverse partite di pere sono rimaste 'crude', come si dice in gergo tecnico, per cui una volta destoccate dovrebbero passare alcuni giorni prima del consumo. Purtroppo non sempre si riesce a rispettare questa tempistica, né tantomeno il consumatore viene informato adeguatamente. Basterebbe lasciare pere come Kaiser e Abate 2-3 giorni in cucina a temperatura ambiente, affinché la qualità organolettica migliori".
Riguardo all'attuale situazione di mercato, abbiamo raggiunto Albano Bergami, presidente sezione frutticola nazionale di Confagricoltura. "Da quel che mi risulta, le vendite procedono senza infamia e senza lode. Il motivo sta nel fatto che, nonostante i consumi siano bassi, la quantità a disposizione non è elevata, per i motivi ormai noti. I prezzi seguono questo trend, senza particolari slanci né verso l'alto, né verso il basso".
"I calibri piccoli - conclude Bergami - devono trovare la giusta destinazione di mercato, altrimenti faranno fatica al pari degli altri anni, nonostante le quantità totali inferiori rispetto al solito. Finora c'è un po' di delusione sulla William, una varietà che quest'anno non è mai decollata".