In quasi un anno di pandemia, abbiamo assodato che sanità ed economia sono due aspetti tanto fondamentali quanto non scindibili tra loro. Le misure anti-coronavirus, sebbene consentano di ridurre il contagio, determinano uno shock per l'intero sistema economico mondiale. Perdita di posti di lavoro, aumento della povertà e riduzione della domanda sono soltanto alcune delle conseguenze della crisi sanitaria, un problema che sembra riguardare anche il comparto ortofrutticolo.
"Nel primo lockdown, i cittadini, non potendo spendere in ristoranti, viaggi, carburante e abbigliamento, hanno deciso di riversare la loro spesa nell'alimentare, e quindi anche in frutta e verdura, poiché convinti che la situazione potesse ritornare alla normalità nel giro di pochi mesi. Ora, a distanza di un anno dall'arrivo del virus in Italia, le cose sembrano essere cambiate, e quell'impennata dei consumi registrata nell'ortofrutta tra marzo-maggio 2020 è rapidamente svanita". Sono queste le parole di un operatore commerciale di Massafra (Taranto), il quale denuncia che le vendite non sono per niente entusiasmanti, sebbene i prezzi si mantengono comunque medio-alti.
Clementine in magazzino
"I consumatori, non vedendo la luce in fondo al tunnel, hanno iniziato a risparmiare anche su alimenti non ritenuti di primaria importanza, come ad esempio l'ortofrutta. I feedback dei miei clienti sembrano andare tutti verso la stessa direzione: la domanda per la frutta e la verdura è limitata, nonostante la vasta offerta disponibile. Un trend negativo, che riguarda anche le vendite europee. Se dovessi fornire alcuni dati della mia campagna agrumicola in corso, potrei dire che si lavora solo ad un terzo delle potenzialità dell'intero stabilimento. Infatti, sono passato da 55-60 tonnellate di agrumi in partenza ogni giorno, a 15 ton, anche se nell'ultimo periodo si raggiungono a malapena le 10 ton di merce venduta".
"Speriamo che la situazione economica cambi in fretta e che la campagna vaccinazioni prosegua senza troppi intoppi. Ci auguriamo che ci sia un po' più di euforia per il segmento ortofrutta e che la moneta ritorni a circolare nelle tasche dei consumatori. Al momento ci troviamo sul campo di battaglia, ma ci rendiamo conto che la guerra è cambiata: non è come a inizio pandemia, quando le persone cantavano e suonavano sui propri balconi, nella speranza di un rapido ritorno alla normalità. Quello che prevale ora è l'avvilimento".