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Carciofi sardi: si aggiungono altre problematiche oltre a quelle commerciali

In Sardegna, a rendere più complicata l'attuale campagna cinaricola non è soltanto la situazione commerciale, ma anche l'andamento climatico, con piogge persistenti e continue in tutta l'isola. "Le abbondanti precipitazioni stanno rendendo ancora più difficile un'annata che, oltre a essere partita in ritardo, deve fare i conti con l'emergenza sanitaria e tutte le conseguenze economiche che ne derivano", così riferisce l'agronomo Orazio Casalino.

"Molti campi sono allagati, persino quei terreni preparati con ottime pendenze e corretti sgrondi delle acque. Ormai da quasi due settimane, il sole si alterna a lunghe e copiose giornate di pioggia, seppur con pochi fenomeni torrenziali, non permettendo così al terreno di asciugare. Una situazione che comporterà un calo produttivo nei prossimi 20-25 giorni e ingiallimenti delle foglie dovuti agli eccessi idrici. Ma se l'andamento climatico non dovesse migliorare, a risultarne compromessa potrebbe essere anche la qualità dei capolini. I carciofi, noti per le loro capacità detox, sono tra le eccellenze agroalimentari della Sardegna, con circa 11mila ettari dedicati: il prolungamento di tali condizioni determinerebbe ulteriori perdite per gli agricoltori, già duramente colpiti dal blocco dei mercati rionali e dal segmento Horeca".

Nella foto a sinistra, coltivazioni allagate. A destra, ingiallimento delle foglie, a causa degli eccessi idrici. 

"In questo particolare e difficile periodo, se all'agricoltore venisse data la possibilità di fissare un prezzo di vendita, egli dovrebbe chiedere una maggiorazione di qualche centesimo, dovuto al duro lavoro di selezione che viene effettuato in campo, operazioni che nella maggior parte dei casi vengono svolte in condizioni non ottimali, per poi continuare con un'ulteriore selezione dei capolini nei vari stabilimenti agroalimentari, al fine di inviare sulle tavole degli italiani un ottimo prodotto. Invece, ci ritroviamo davanti a quotazioni per niente remunerative, a causa anche di importazioni di merce proveniente dall'Egitto e dalla Tunisia".

Campo di carciofi della varietà Romanesco in raccolta.

"Confido nei buyer nazionali e nella possibilità che possano sempre dare la preferenza ai prodotti italiani, oggi come non mai. Lo standard di lavoro dei nostri agricoltori è molto professionale e le referenze da loro prodotte sono di qualità".