Lo scorso 5 gennaio 2021, è stata pubblicata nella Gazzetta Ufficiale la domanda di registrazione dell'Igp-Indicazione geografica protetta per la castagna di Roccamonfina, disposta dal Mipaaf. Trascorsi 30 giorni per poter muovere eventuali opposizioni, l'iter per la registrazione passerà alla Commissione europea, per portare a termine la procedura di riconoscimento del marchio.
L'identificazione geografica protetta, fortemente voluta dal comitato promotore, si riferisce a castagne fresche ed essiccate allevate nei comuni di Sessa Aurunca, Roccamonfina, Teano, Conca della Campania, Galluccio, Tora e Piccilli, Marzano Appio, i quali rientrano nell'area del Parco di Roccamonfina e del Monte S. Croce, in provincia di Caserta.
Dal disciplinare di produzione si evince che la denominazione Igp riguarda le cultivar maggiormente coltivate in questo territorio come: Tempestiva (o Primitiva), Napoletana (o Riccia), Paccuta, Lucente (o Lucida) e Mercogliana (o Marrone).
Si stima che, nell'areale interessato dall'Igp, la castanicoltura da frutto copra circa a 3700 ettari, e che rappresenti la produzione agricola più rappresentativa della zona.
Alcuni imprenditori locali riportano: "La produzione castanicola media annua fino al 2010 ammontava a circa 8500 tonnellate. Ma, con l'avvento del cinipide che ha messo in ginocchio la produzione locale e l'intero comparto, la produzione annua stimata non superava le 2000 tonnellate annue. Fortunatamente, nel 2020 abbiamo registrato una buona annata, almeno sotto il profilo produttivo".
Il marchio Igp è volto non solo a tutelare e a valorizzare una castagna d'eccellenza, ma può contribuire a rilanciare tutto il territorio sotto il profilo ambientale, economico, paesaggistico e turistico.