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Uva da tavola: praticamente terminata la stagione in Sicilia

La campagna dell’uva da tavola siciliana ha fatto registrare un buon livello qualitativo, quest’anno. La stagione è praticamente terminata e non è rimasto prodotto né in campagna né in magazzino. Un’evenienza quest’ultima abbastanza insolita, visto che nel passato la disponibilità del prodotto siciliano si è protratta fino a Natale e oltre.

Nel complesso, il clima ha favorito la produzione un po’ in tutti gli areali da Canicattì a Mazzarrone che sono i due maggiori centri di produzione a marchio IGP. Si è potuto evidenziare una particolare abbondanza anche nei vigneti di seconda fascia e ciò ha appiattito il mercato, ma ha anche consentito di remunerare una categoria che esce da due anni di pesanti sacrifici (2018 per il cracking degli acini, 2019 per la crisi dei prezzi).

Le principali varietà nella seconda parte della campagna dell'uva da tavola siciliana sono la Red Globe e l'Italia. Per la prima, il prezzo medio è andato dai 0,50 ai 0,70 euro al kg, per la seconda le quotazioni medie sono state leggermente più alte attestandosi tra 0,60 e 0,80 euro al kg.

Il prodotto bio era già terminato ai primi di novembre, mentre le varietà apirene non coprono il mercato tardivo. Sia l'areale di Mazzarrone (che in realtà è già un po’ avanti) sia quello di Canicattì stanno orientando lentamente piccole quote di produzione verso le uve apirene. Le seedless ormai sono ormai di tendenza. il mercato le richiede e bisogna essere pronti a raccogliere la sfida, pur continuando nella coltivazione di varietà tradizionali che in Sicilia annoverano qualità eccezionali.

Non bisogna, infatti, incorrere nell'errore fatto dal settore agrumicolo, allorquando 30 anni fa vennero estirpate le varietà rosse a favore di quelle bionde che, per un certo periodo, divennero più remunerative. Oggi la storia ci racconta come sono andate le cose a lungo termine, con importazioni, oggi, di succo di arancia pigmentata Moro perfino dall'Australia.

Programmazione e pianificazione devono interessare obiettivi di lungo periodo, proprio per evitare di incappare in errori di prospettiva; ma ciò non significa che il settore debba girarsi dall’altra parte davanti alle richieste del mercato.

Bisogna tener presente che l’Italia si colloca al sesto posto a livello mondiale nel settore dell'uva da tavola, con spedizioni per circa 635 milioni di euro, preceduta, tra gli altri, dagli USA e dal Perù, ma è il principale produttore europeo.

Sul fronte della qualità, attualmente l’offerta italiana è ancora incentrata su "varietà storiche" come Victoria, Palieri, Italia e Red Globe e presenta una disponibilità di nuove varietà di uve seedless che, sebbene in progressivo aumento negli ultimi anni, sono ancora disponibili in misura inferiore all'effettiva domanda.