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Specie nella prima parte della stagione, poi tocca all'oltremare

Egitto, Grecia e Spagna determinano una sofferenza commerciale per l'uva italiana

La stagione di commercializzazione delle uve da tavola con o senza semi si articola in tre fasi: precoce, media e tardiva. Egitto, Grecia e Spagna specie nella finestra di mercato medio-precoce e il prodotto d'oltremare sul finire di stagione hanno messo sotto pressione le uve italiane.

"Nella fase precoce, tra metà luglio e metà agosto, oltre a uno stallo nella domanda delle senza semi, abbiamo registrato una particolare sofferenza commerciale sulle uve rosse, derivante dalla concorrenza dell'Egitto – spiega un produttore pugliese che annovera sia uve con seme che seedless – In Europa sono arrivate varietà similari a quelle che noi produciamo e che nelle catene della Grande distribuzione hanno una certa rispondenza".

La situazione è migliorata da metà agosto in poi, per le uve rosse e per le bianche, anche in termini di richiesta a fronte delle continue promozioni poste in atto dalla Gdo.

"Settembre è invece un mese critico, per noi italiani. Con le uve bianche ci accavalliamo al prodotto greco, che arriva sui mercati europei a costi molto bassi. Inoltre, determinati breeder stanno attuando politiche di apertura nella concessione di brevetti in Grecia (ma anche in Egitto, ndr) e quindi, presto, ci ritroveremo a competere in maniera ancora più pressante rispetto a ora, da inizio a fine stagione".

Secondo il produttore, la Spagna è sempre presente nella finestra di mercato dell'uva italiana senza semi. "Ma dalla seconda metà di ottobre, c'è più spazio per i nostri prodotti".

Per quanto riguarda il prodotto con seme, il mercato si conferma dinamico soprattutto in determinati Paesi che l'hanno sempre apprezzato. "Da sottolineare, però, che anche in questi mercati si sta facendo largo l'uva seedless".

In termini di volumi, la campagna del produttore può definirsi conclusa. "Rimane qualche partita, ma la stagione è già stata delineata. In Europa, dalla seconda metà di novembre, comincia ad arrivare uva d'oltremare, sempre prima ogni anno. Ma alcune catene distributive ci hanno chiesto di allungare la commercializzazione quanto più possibile. Prolungare la stagione, però, vuol dire correre un rischio sia con il prodotto in campo sia con quello in cella refrigerata. Per farlo, perciò, deve valerne la pena", conclude il produttore.