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Relazione presentata al recente convegno del Csdc

Una carta d'identita' delle castagne per tutelarne le caratteristiche

Le castagne non sono tutte uguali, e neppure i marroni. Partendo da questa considerazione di base, lo studio di Sara Alessandri e Luca Dondini del Distal, Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agro-Alimentari, ha permesso di creare una carta di identità dei diversi fenotipi esistenti nell'Appennino Tosco Emiliano. Lo studio è stato presentato la scorsa settimana, durante il Convegno nazionale organizzato dal Centro studi e documentazione sul castagno (Csdc) di Marradi (Firenze).

"Questo lavoro - riportano i ricercatori - si concentra sullo studio della diversità genetica di 134 accessioni di castagno presenti nella zona dell'Appennino Tosco-Emiliano, in particolare presso tre campi collezione di Granaglione (Bologna), Zocca (Modena) e Paloneta (Ravenna, al confine fra Emilia-Romagna e Toscana). Le accessioni sono state analizzate utilizzando 16 marcatori microsatelliti, considerati il miglior marker per lo studio di popolazione. Questa analisi normalmente evidenzia i casi di sinonimia e omonimia genetica e le relazioni genetiche fra le diverse accessioni conservate".

"Parallelamente all'analisi descrittiva, questo approccio viene utilizzato anche per definire un pool di marcatori molecolari altamente polimorfici, in grado di discriminare le diverse accessioni di castagno per la certificazione varietale. I risultati hanno evidenziato una straordinaria conservazione dei profili genetici dei marroni, che derivano verosimilmente dal Marrone Fiorentino e che sono stati propagati, e ampiamente diffusi, non solo nelle aree dell'appennino Tosco-Emiliano ma anche nel Nord Italia (sono stati analizzati marroni tipici del Piemonte e del Trentino Alto Adige)".

Dal punto di vista genetico, si tratta quindi di cloni che nei diversi areali presentano una buona variabilità fenotipica, dovuta principalmente alle caratteristiche dei diversi ambienti di coltivazione. Non si esclude, però, che la lunga storia di propagazione per innesto possa aver generato una serie di mutazioni all'interno di questo gruppo, mutazioni che non sono visibili con i microsatelliti e che necessitano di avanzate tecniche di sequenziamento per essere identificate.

"Ampia è invece la variabilità genetica presente fra le diverse tipologie di castagne, per le quali è oggi disponibile una 'carta d'identità molecolare' a tutela della loro identità e a garanzia della loro futura conservazione. Le castagne dell'Appennino Tosco-Emiliano rappresentano collettivamente un gruppo genetico molto unito, che ha contribuito, nei secoli, alla ricchezza genetica anche delle varietà del sud dell'Italia, in maggior misura, e del sud e del nord della Spagna, in percentuali inferiori".

"Sarebbe adesso importante - hanno concluso i ricercatori - verificare la possibilità di sviluppare marcatori molecolari in grado di distinguere le diverse tipologie di marroni fra loro, al fine di fornire ai produttori nuovi strumenti pratici a supporto della tracciabilità dei prodotti e in grado di disincentivare le frodi commerciali".