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Intervento di Stefano Pezzo di Fruitimprese Veneto

Il Governo dimentica il comparto ortofrutticolo

"Siamo stati esclusi dalla decontribuzione previdenziale e subiamo un aumento del credito di imposta per i dispositivi di protezione. Non è così che si tratta un settore che ha registrato aggravi di costi non indifferenti". Lo ha affermato Stefano Pezzo, presidente Fruitimprese Veneto, all'assemblea dei soci svoltasi in via digitale ieri 28 ottobre 2020.

"A fronte del nostro grande impegno - ha esordito Pezzo - il Governo ha ritenuto di escluderci dalla decontribuzione previdenziale; a ciò, si è aggiunta la sorpresa del credito di imposta per delle spese destinate all'acquisto dei dispositivi di protezione. Questa si trova ora al 28,3%, contro il 9% inizialmente previsto. Nonostante avessimo beneficiato della "non chiusura" nel periodo di lockdown, il Governo ha dimenticato però l'aggravio dei costi di produzione che abbiamo sostenuto, per garantire la sicurezza in azienda e l'aumento del costo della manodopera. Per forza di cose, questa è stata reclutata all'interno dei nostri confini, anziché dall'estero come sempre avveniva".

Fruitimprese, durante l'emergenza, ha assunto un ruolo fondamentale di guida e di riferimento per la categoria, proteggendo al meglio, già da subito, le proprie aziende associate dalla più eclatante delle ingiustizie: quella dell'iniziale esclusione delle imprese ortofrutticole dalla lista degli operatori che potevano lavorare nonostante il lockdown. Questa è stata subito modificata grazie alla reazione tempestiva ed efficace. Così come lo stop immediato delle richieste di certificazioni di prodotto Covid-free e altre.

Ha proseguito il presidente: "Il prossimo futuro sarà caratterizzato da una grandissima incertezza, dovuta a nuovi elementi che di certo non regalano serenità agli imprenditori; ma per questo siamo già largamente allenati. La Brexit, purtroppo, renderà complicate le transazioni con il mondo anglosassone e sicuramente gli Stati Uniti tenteranno di irrompere per indebolire l'Europa, ora ancora più debole e frammentata. Ad aggiungersi alla situazione di difficoltà, ci sarà anche la Plastic Tax, recentemente dimenticata, ma che porterà a 1 euro al kg la tassazione ambientale della plastica: ciò comporterà una imminente riorganizzazione del packaging. Alla questione ambientale si aggiunge anche il programma "Farm to Fork", ovvero quel "dal campo alla tavola" con cui l'Unione europea vuole rendere l'attuale sistema alimentare più sostenibile, equo e rispettoso della salute umana e dell'ambiente. E' proprio sul tema della sostenibilità che Fruitimprese Veneto punterà la direzione delle prossime attività".

"In primis, la sostenibilità ambientale. L'obiettivo è orientare lo sguardo alla piena compatibilità delle attività con l'ambiente circostante, cosa che già in parte avviene. Un esempio su tutti, l'impegno di tutti quegli associati che già hanno dimostrato sensibilità nel convertire le proprie attività grazie all'acquisto di energia verde e grazie all'uso di pannelli fotovoltaici, confluendo nel gruppo di acquisto di Energia di Fruitimprese Veneto. Uno sguardo importante va anche alla Sostenibilità sociale. Siamo già stati capaci di garantire ai nostri dipendenti condizioni di lavoro adeguate e sicure per fronteggiare il momento di emergenza, a differenza di altre filiere. Su questo si dovranno concentrare i nostri sforzi anche nei mesi a venire".

"Infine - ha concluso - non possiamo perdere di vista la sostenibilità produttiva per i nostri agricoltori. Questa è la categoria che ha maggiormente sofferto in questi anni e che, spesso, è stata poco protetta. L'imperativo è che, con il loro assiduo impegno e solerte dedizione, continuino a produrre i frutti della terra senza i quali non possiamo continuare a vivere. Vorrei portare un esempio molto semplice per far capire come negli anni i valori monetari in agricoltura non siano stati correttamente equiparati agli attuali valori delle altre filiere. Ricordo che, con la lira, gli ultimi prezzi di liquidazione delle mele ai produttori erano di 600 lire al kg. Oggi, lo stesso kg di mele dopo 20 anni è liquidato ai medesimi produttori con una media di 0,30 euro/kg, cioè allo stesso prezzo di vent'anni fa. Nonostante tutto, il resto è passato al doppio del valore: un caffè in lire costava 1000 lire, ora costa 1 euro, un'auto che costava 50 milioni di lire ora costa 50 mila euro. L'ortofrutta, purtroppo, è come fosse rimasta bloccata a vent'anni fa".