"L'attuale campagna dell'uva Italia (nota varietà con semi) di origine siciliana risente ancora dei consumi a rilento registrati sulle uve precoci ma, con una produzione che quest'anno può definirsi eccezionale, possiamo essere ancora ottimisti sullo sviluppo del prezzo da qui a dicembre". Sono le parole di Vincenzo Dipasquale, imprenditore agricolo, impegnato nella produzione e commercializzazione di referenze frutticole.
Vincenzo Dipasquale
"Veniamo fuori da due anni di crisi totale, difficili da dimenticare - prosegue l'esperto - e, mentre il 2018 ha visto un prodotto totalmente rovinato dal cracking, il 2019 si è caratterizzato per la crisi del prezzo. In realtà le partite scampate al cracking, vennero vendute a prezzi discreti; quell'anno, cioè nel 2018, fu semmai la riduzione drastica del prodotto in campagna a portare quasi alla rovina parecchie aziende. Diverso il discorso del 2019 quando, in presenza di produzioni sufficienti, fu la qualità a mancare; ciò indusse un appiattimento del prezzo, vanificando per la seconda annata di fila i sacrifici dei produttori".
"Il 2020 segna l'anno del risorgimento sul piano produttivo, con merce che finalmente corrisponde agli standard organolettici della nostra uva Italia, conosciuta e apprezzata in tutta Europa - spiega Dipasquale - Ne vanno ghiotti soprattutto i francesi, ma è gradita anche in Germania, dove poco alla volta entra nelle case dei consumatori più consapevoli, i quali stanno imparando che l'uva Italia, a differenza di certe varietà seedless, non ha bisogno di ormonature, mantenendo un fattore di accrescimento più naturale".
"Noi crediamo che una buona agricoltura integrata, fatta con scienza e coscienza, non abbia nulla di meno rispetto al metodo biologico o biodinamico, che spesso segna un trend. La partita della buona alimentazione si gioca in campagna e non con il marketing, prova ne sia l'uva Italia che, pur in presenza di semi, ha veramente tantissime proprietà salutistiche".
"Le caratteristiche organolettiche dell'uva Italia sono davvero eccezionali quest'anno – conclude l'imprenditore – Il colore della buccia va dal giallo paglierino all'ambrato, con quella caratteristica puntinatura, non troppo presente, che rivela l'autentica naturalezza e integrità dell'acino. Il sapore è quello classico, con quell'impareggiabile retrogusto di moscato e una dolcezza intensa. Il rifrattometro raramente segna un grado brix sotto i 18-19, spesso anche 20".
Il prezzo alla produzione, per le partite migliori, si è attestato anche a 0,60 -1,00 euro al kg. Nei prossimi giorni si attende un aumento delle quotazioni, grazie allo smaltimento delle partite meno pregiate che, fin qui, hanno abbassato la media. Il clima, del resto, è stato favorevole e anche i vigneti che non sono gestiti secondo i più alti standard hanno prodotto in abbondanza.
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