L'eccezionale convergenza di fattori critici che ha sconvolto quest'anno le campagne ortofrutticole, dai parassiti alieni alle conseguenze nefaste del cambiamento climatico (gelate, trombe d'aria, siccità), ha messo a nudo la fragilità di quello che, fino a 20 anni fa, era l'asse portante del sistema ortofrutticolo italiano e forse europeo: l'ortofrutticoltura dell'Emilia Romagna.
Negli ultimi 15 anni, l'ortofrutta emiliano-romagnola ha perso oltre 19.000 ettari, con un'enorme perdita di valore (un ettaro a frutteto vale quanto 400 ettari a seminativi) e di posti di lavoro (più o meno un posto per ettaro).
Come reagire? Questa domanda è stata al centro dell'incontro promosso ieri 8 luglio da CSO Italy, per iniziativa del suo presidente Paolo Bruni, che ha coinvolto le istituzioni regionali al massimo livello, il mondo della cooperazione ortofrutticola e le grandi aziende private, e visto un serrato confronto, che può essere definito come "Gli stati generali dell’ortofrutta emiliano romagnola". Non è mancata un'indicazione conclusiva: il rilancio parta dalla pera, con un forte sviluppo dell'IGP, per arrivare alle altre produzioni regionali.
Con il governatore della Regione Stefano Bonaccini e l'assessore regionale all'Agricoltura Alessio Mammi sono interventi Davide Vernocchi, presidente di APO Conerpo e coordinatore per l'ortofrutta di ACI, Marco Salvi, presidente di Fruitimprese e grande imprenditore di Ferrara, Ilenio Bastoni, direttore generale di Apofruit, Luigi Mazzoni del Gruppo Mazzoni.
Preoccupato Davide Vernocchi dalla piega presa dalla politica europea e forse ancora di più dal rischio che tante aziende del territorio finiscano svendute "a chi non si conosce…", ma favorevole al progetto di partire dalla pera per il rilancio della frutticoltura regionale.
Marco Salvi ha ricordato la strada già fatta dall'aggregazione produttiva della pera in ambito regionale ma ha sottolineato: "ben venga un grande progetto di sostegno sui mercati esteri e sul mercato interno con l'IGP che dovrebbe diventare il prodotto standard".
Servono alcune pre-condizioni per invertire il trend negativo, ha sostenuto da parte sua Ilenio Bastoni, a partire dalla competitività che passa da "sgravi contributivi sul costo del lavoro di almeno il 50%, tali da ridurre i costi per ettaro e liquidare ai produttori un 8-10% in più".
Bastoni ha consegnato alla presidenza, che l'ha passato al presidente della Regione, un documento sottoscritto con Apofruit da altre aziende, come Granfrutta Zani e Agrintesa, sui problemi del settore a livello regionale.
Anche Luigi Mazzoni, pur esprimendo preoccupazione per il calo degli investimenti che ha affetto il settore negli ultimi anni, ha affermato che "oggi l'IGP si può valorizzare" e che questa sfida per la pera "può essere affrontata".