"E' ormai il sesto anno di fila che si verifica una siccità prolungata, che mette a dura prova il comparto agrumicolo siciliano. Non solo i terreni e le piante sono sottoposti alla carenza idrica, ma spesso accade che - per evitare l'asciugatura del frutto - si effettuino apposite irrigazioni di mantenimento. Tutto ciò con drastiche riduzioni delle rese che, in alcuni casi, superano il 50% del potenziale produttivo".
A lanciare l'allarme è Corrado Vigo, esperto agronomo e consigliere nazionale del Conaf, con delega ai "cambiamenti climatici", che in un'intervista a FreshPlaza mette in guardia le istituzioni sulle possibili conseguenze del fenomeno, che rischiano di compromettere un'intera economia.
Corrado Vigo
"Le previsioni meteo – prosegue Vigo - non fanno felici gli agricoltori, perché perdura uno stato di siccità che ormai si prolunga da troppi mesi, anche se a ottobre e novembre ci sono state piogge abbondanti, che hanno riempito gli invasi siciliani. Purtroppo adesso, per almeno una settimana o dieci giorni, non sono previste piogge, bensì un rialzo delle temperature, soprattutto nei valori massimi: tutto ciò comporterà delle fioriture anomale, ovvero anticipate, dei frutteti. Nei giorni scorsi, l'Osservatorio delle Acque ha diramato un comunicato relativo alla situazione degli accumuli negli invasi, segnalando che non vi sono stati ulteriori riempimenti significativi, proprio a causa delle mancate piogge".
Dopo un consistente accumulo di riserve idriche durante l'autunno, il mese di gennaio ha visto una netta battuta d'arresto degli afflussi agli invasi. Non poteva essere altrimenti, visto il decorso eccezionalmente asciutto del mese trascorso, che ha fatto registrare il più basso valore di precipitazione media mensile regionale per gennaio delle serie meteorologiche raccolte dal 1916 in Sicilia.
Le piante hanno bisogno di acqua per crescere e produrre bene
Quasi tutti gli invasi hanno pertanto registrato variazioni di lieve entità rispetto al mese precedente, con alcuni lievi incrementi in alcuni invasi, dovuti ad afflussi pur minimi nei bacini idrografici, con lievi decrementi in altri, dovuti per lo più a utilizzi a scopo idro-potabile.
Nel complesso, rispetto al mese precedente è stato osservato un incremento di risorse di circa 3,5 Mmc, contro un aumento di oltre 87 Mmc che era stato registrato nello stesso periodo dello scorso anno. Di conseguenza, si registra una differenza di oltre 60 Mmc in meno rispetto alla dotazione dello stesso periodo dello scorso anno. Tale dato, per ora, non desta preoccupazione, dal momento che la dotazione attuale di 540 Mmc risulta comunque superiore alla media degli ultimi anni e bel lontana dalla crisi idrica del 2018, quando i volumi disponibili al 1 febbraio 2018 erano pari a soli 192 Mmc (incluso invaso Ragoleto)".
"Intanto, gli agrumicoltori irrigano da oltre un mese per salvare le coltivazioni – conclude il Consigliere nazionale Conaf – Tutto ciò avviene nell'indifferenza da parte di chi dovrebbe sostenere la nostra agricoltura. Le bollette dei consorzi di bonifica continuano ad arrivare come se tutto fosse normale".