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Vuoi fare mandorlicoltura? Ecco alcuni consigli da parte di un tecnico

Una maggiore platea di produttori agricoli sembra essere interessata alla mandorlicoltura. Trattasi non necessariamente di mandorlicoltori, ma di frutticoltori o imprenditori agricoli che, nella maggior parte dei casi, provengono da altre esperienze di business. L'Italia non sta scoprendo la mandorlicoltura solo ora, ma la sta riproponendo in chiave moderna, se consideriamo, infatti, che il nostro Paese era il primo produttore mondiale di mandorle fino a qualche decennio fa.

Abbiamo intervistato uno dei professionisti del settore, l'agronomo Vito Vitelli, per illustrarci alcuni aspetti fondamentali da tenere presente prima di avviare tale coltivazione.

"L'importante sarà effettuare una buona valutazione degli aspetti pedoclimatici. Mentre le anomalie del terreno che non sono accettate dal mandorlo possono essere gestire con un portainnesto adeguato o con tecniche idonee, per il clima la situazione è invece diversa, specie con l'evidente cambiamento climatico. Infatti, il problema meteorologico può essere gestito con il principio della sfuggenza. Le basse temperature nel periodo primaverile sono deleterie per questa cultivar, ma attraverso una scelta varietale mirata è possibile indirizzarsi verso una cultivar ideale non solo dal punto di vista commerciale, ma soprattutto per il suo periodo di fioritura (oltre la seconda decade di marzo)", spiega l'agronomo. 

"Fondamentale è anche la presenza o meno di acqua: questa è la caratteristica che potrebbe farci fare il salto di qualità nella coltivazione del mandorlo. Se vogliamo quintuplicare le rese rispetto a quelle Istat (da 10 quintali/ha a 60-70 quintali/ettaro), oltre ai fattori sopra indicati, è importante trasformare la mandorlicoltura da regime in asciutto a quello irriguo. Se non dovessimo disporre di acqua, occorrerà implementare una strategia di utilizzo ottimale delle risorse, fornendo acqua in determinate settimane. Nella mandorlicoltura moderna super attiva parliamo di oltre 2.000 m3 ha/anno. Invece, abbiamo stabilito che con 400-500 m3 ha/anno, è possibile ottenere dei buoni risultati".

"I portainnesti sono prevalentemente ibridi pesco-mandorlo. Si sta abbandonando la specie mandorla amara, poiché ad accrescimento lento. Una volta scelta la varietà da impiantare, fondamentale sarà preparare il letto di coltivazione. L'aratura tradizionale viene sostituita dalla ripuntatura, evitando così il classico rivoltamento del suolo, ma creando piuttosto degli squarci che permettono di ossigenare il terreno. Una pratica solitamente effettuata da attrezzi che prevedono tre denti che penetrano nel terreno a 70-80 cm di profondità. Il letto di coltivazione dovrà essere rialzato. La pianta viene riposta su un rialzo tra 15-30 cm per isolarla dal resto del contesto, evitando così problematiche come ad esempio i ristagni idrici".

"Altra caratteristica da considerare è la densità di impianto:

  • Bassa densità di impianto: 250-300 piante/ha (sesti d'impianto 6x5, 6x6, 6x7). Questa tecnica viene utilizzata in casi di ridotte disponibilità idriche, in modo da dare la possibilità alla pianta di esplorare quanto più terreno possibile e quindi andare a prendere le risorse necessarie presenti nel suolo;
  • Medie densità di impianto: che sono quelle moderne 400-500 piante/ha. Il sistema di raccolta utilizzato è la rete con uno scuotitore a ombrello;
  • Alte densità di impianto: dalle 550 a 1000 piante/ha con un sesto di impianto anche di 5x2. Il sistema di raccolta utilizzato è la rete con il semplice scuotitore al tronco. 

Le principali zone vocate per la coltivazione del mandorlo sono le regioni centro-meridionali a partire dall'alto Lazio o bassa Maremma. La Sicilia e la Puglia sono le due regioni leader nella produzione. In questi ultimi anni, si registra un forte interesse da parte di Sardegna e Calabria. Anche il Molise sembra avvicinarsi a questa cultivar".

Il prossimo appuntamento con le Giornate Tecniche sul Mandorlo organizzate dall'esperto è in calendario per il 29-30 novembre 2019 a Cabras (Oristano), in Sardegna. Clicca qui per maggiori info.

Contatti:
Vito Vitelli - dott. agronomo
Cell.: +39 339 2511629