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Export: solo frutta di alta qualita' e che sia pagata bene

"Siamo piccoli e poco organizzati; inutile pensare di esportare frutta in quantità come negli anni '80. Ora dobbiamo puntare a prodotti di alta qualità, ben remunerati. Oppure esportare know how per costituire filiere all'estero".

Da sinistra: Angelo Frascarelli, Gianluca Bagnara, Davide Modigliani, Mattia Ridolfi

Lo ha affermato l'economista Gianluca Bagnara intervenuto ad un recente convegno a Faenza (cfr. FreshPlaza del 18/11/2019) organizzato dalla UGC Cisl alla presenza di un centinaio di operatori. "Ciò che conta, al giorno d'oggi, è intessere rapporti commerciali, farsi conoscere, far circolare il proprio prodotto e il proprio marchio. Solo nel 2019, mi sono recato in 119 città nel mondo, facendo circa 3 volte la circonferenza terrestre. E non sono un commerciale, bensì viaggio per organizzare e coltivare rapporti strategici".

Al centro, Gianluca Bagnara

Bagnara ha stretti rapporti anche in Africa, continente dalle grandi contraddizioni. "Ci sono città come Kinshasa, piene di contraddizioni. Gli abitanti sono 15 milioni e il 10% di loro è ricchissimo, di una ricchezza che neppure è immaginabile per noi. Queste persone vogliono acquistare frutta e verdura di qualità altissima, fresca, importata per via aerea da paesi come l'Italia, che gode di grande considerazione. Per contro, quasi tutti gli agricoltori della Repubblica democratica del Congo vivono di sussistenza e non riescono a commercializzare nulla per mancanza di strutture e servizi".

Al centro, Davide Modigliani

Al convegno sono intervenuti come relatori anche alcuni agricoltori. Davide Modigliani, di Cesenatico, ha portato la propria testimonianza. "Anni fa abbiamo convertito la nostra mentalità - ha detto Modigliani - iniziando a commercializzare in proprio. Stop alle varietà pensate per le grandi strutture e via libera a quelle pensate per i consumatori, vale a dire buone e raccolte al giusto punto di maturazione. Ora vendo direttamente a commercianti, grossisti, GDO e negozi, oltre a effettuare una parte di vendita diretta. Abbiamo 15 ettari, di cui 12 di pesche e nettarine. Facciamo programmazione e decidiamo noi il prezzo. Riusciamo a ottenere un discreto reddito".

A destra, Mattia Ridolfi

La parola è passata poi a Mattia Ridolfi, giovane agricoltore della provincia di Ravenna: "Coltivo 30 ettari di nettarine e cerco di innovare sempre di più. Puntiamo a ridurre la produzione per ettaro, al fine di aumentare la qualità. Abbiamo poche varietà, per razionalizzare i costi. Ho installato coperture colorate, reti anti-insetto e faccio molta sperimentazione (cfr. Freshplaza del 15/07/2019). L'irrigazione la effettuo con l'ausilio di sensori, ho una stazione meteo, non ricorro al diserbo chimico. Vendo in bins un prodotto pre-calibrato".

La testimonianza dei due produttori è stata importante per comprendere come fare reddito in frutticoltura sia ancora possibile.