"Nonostante le uve da tavola, fino a questo momento, non siano andate granché bene, possiamo affermare che le varietà senza semi risultano preferite rispetto a quelle con semi. Per le uve seedless siamo quasi alle battute finali; infatti crediamo che la campagna terminerà intorno al 20 novembre". A parlare è Giacomo Suglia, presidente dell'associazione produttori ed esportatori pugliesi Apeo, il quale aggiunge: "In generale, per le uve senza semi abbiamo raggiunto un prezzo abbastanza alto, ma dato che l'offerta per queste sta per esaurirsi, le quotazioni potrebbero vedere ulteriori rialzi proprio in queste ultime settimane".
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"I primi mesi di commercializzazione sono stati un po' deludenti per i produttori di uva da tavola, sia per l'andamento climatico piuttosto caldo, sia per i prezzi di vendita non tanto remunerativi. Il continuo aumento dei costi fissi non aiuta l'agricoltore, che dovrà fare i conti con un rincaro delle spese per il lavoro, l'energia, i fitofarmaci e i trasporti. Per quest'ultimi, l'Italia sembra pagare il prezzo più alto rispetto ad altri Paesi (per il gasolio, ad esempio, abbiamo una maggiorazione di circa € 0,25/0,30 a litro). L'unico modo per distinguersi dai produttori esteri rimane la qualità. Le produzioni italiane sono da sempre sinonimo di elevata qualità nutrizionale e fitosanitaria. Per l'attuale campagna, le uve italiane godono di gradi brix addirittura superiore rispetto allo scorso anno".
"In questi ultimi giorni, i consumi di uva da tavola sono lievemente aumentati. Infatti, grazie all'abbassamento delle temperature delle scorse ore, i consumatori sembrano prediligere maggiormente questo frutto. Un fenomeno da sfruttare al massimo, visto che le clementine non sono ancora del tutto giunte a maturazione in molti areali".
"Se dovessimo stilare un bilancio sull'attuale campagna, si noterebbe un segno negativo specie a settembre e ottobre, proprio nei mesi clou per la vendita dell'uva. In ogni caso, si spera che, in queste ultime settimane, la situazione commerciale si possa riprendere con le uve tradizionali, con le quali, malgrado la solita domanda limitata, pensiamo di arrivare fino al periodo natalizio".