A Terranova di Pollino (PZ), un piccolo centro ubicato nel cuore del Parco Nazione del Pollino, in Basilicata, un'azienda coltiva da anni antiche varietà di pomodoro dalle forme e peso inusitate.
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"Produrre pomodori a 1.400 metri sul livello del mare, totalmente in regime biologico, si può. Trattasi di una varietà di pomodori, coltivati in serra e concimati con letame di capre, che venne introdotta nel Regno delle due Sicilie a metà del 1700", come racconta Rocco Tufaro, fondatore dell'azienda agricola La Garavina.
"Una sperimentazione che dura da tempo, grazie anche alla collaborazione con l'ALSIA. Quest'anno, rispetto ad altre campagne, abbiamo raccolto frutti molto più grossi del solito: pomodori che, pesandoli, sfiorano il 1,5 kg".
"Ad aiutarci sarà stato il clima particolarmente asciutto di questa estate, caratteristica non molto comune nelle nostre zone. Questa temperatura ha permesso così alla pianta di non soffrire nessuna fitopatia (quali botrite, muffa grigia e peronospora). Abbiamo ottenuto, di conseguenza, pomodori sani".
"Per evitare che la pianta possa spezzarsi, la sorreggiamo con un palo. Un metodo molto antico per la coltivazione di pomodori in montagna, che permette alla pianta di rimanere asciutta. Per garantire un'ottima produzione, l'irrigazione deve fermarsi alle radici, mentre il resto della pianta deve rimanere asciutto".
"Con questi numeri, possiamo superare anche i 10 kg di pomodori per pianta, risultati fantastici se consideriamo l'assoluta assenza di fitofarmaci. Questa cultivar sembra ben adattarsi alle caratteristiche pedoclimatiche del luogo, sfidando così le avversità che spesso i climi freddi di montagna possono generare".