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Cima di rapa: la Puglia vale per oltre un terzo della produzione italiana

"La cima di rapa, uno degli ortaggi tipici pugliesi, è partito come una brassicacea minore, un prodotto povero, che però negli anni è andato conquistando consensi, diventando un prodotto utilizzato anche dall'industria". A spiegarlo a FreshPlaza è Nicola Calabrese, ricercatore dell'Istituto di Scienza delle Produzione Alimentari del CNR di Bari.

La cima di rapa è un ortaggio importante, in Puglia, perché viene coltivato su quasi 3500 ettari, oltre un terzo di tutte le superfici dedicate a questa coltura in Italia. Secondo i dati ISTAT, infatti, nel 2017 gli ettari coltivati a cima di rapa sono stati 9.814.

Disponibile per quasi 12 mesi l'anno, la cima di rapa, a differenza di altre brassiche, dispone di una forte variabilità genetica. "Solo in Puglia sono stati catalogati oltre 125 ecotipi – spiega Calabrese – che ci permettono, grazie alle diverse tecniche agronomiche, di avere disponibilità di questa referenza dal'inizio dell'autunno fino alla tarda primavera".

"Per la maggior parte, queste varietà locali prendono il nome dalla lunghezza del oro ciclo produttivo (quarantina, centoventina, centocinquantina), dalla stagionalità legata alle festività (Natalina, Pasqualina) e dalla zona di produzione (Fasanese, Biscegliese). Questa simpatica classificazione delle specie ci fa intendere quanto forte sia l'attaccamento dei produttori al proprio territorio, tanto da ritrovare le stesse denominazioni perfino nei cataloghi delle ditte sementiere".

Maggiore interesse si è registrato per tutte le brassicaceae, negli ultimi anni, tanto che la cima di rapa, in termini di consumi, può essere paragonata al cavolfiore o al cavolo broccolo. 

"La cima di rapa viene venduta in tutti i mercati intermediari, presso la Gdo o i canali horeca, arrivando persino oltre i confini nazionali. I prezzi di vendita (con punte anche di 3,50 euro/kg) dipendono dal periodo e dalla disponibilità del prodotto".

"Per il momento, la campagna 2018/19 non sembra essere delle migliori: innanzitutto a causa delle temperature sopra la media stagionale registratesi nei mesi autunnali, che ha messo in difficoltà il calendario dei produttori, con una conseguente saturazione del mercato; allo stesso modo, le abbondanti piogge hanno creato problemi fitosanitari. L'auspicio è che l'abbassamento delle temperature in questi ultimi giorni possa protrarsi, così da invogliare il consumatore a un maggiore acquisto, specie nelle festività natalizie, periodo in cui le cime di rapa vengono vendute a un buon prezzo".

"Il successo di questo ortaggio è dato dalla sua versatilità: non solo come prodotto fresco e surgelato, ma anche per l'industria della IV gamma. Infatti, uno dei punti di forza, malgrado la sua ridotta shelf-life, è la presentazione al consumatore con un contenuto di servizio aggiunto".