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Analisi della Cia Romagna sull'andamento regionale

Aumentano ciliegie e albicocche, calano le pesche

Sempre meno pesche e nettarine, mentre aumentano albicocche e susine in Emilia Romagna. E' questa la fotografia che l'annuale report della Cia Romagna ha scattato nel 2018. L'analisi è stata effettuata a livello regionale, nello specifico per le province di Forlì-Cesena, Ravenna e Rimini.

"Prosegue il trend di espansione della superficie coltivata per albicocchi e ciliegi - si legge in una nota - lievemente anche quelle di meli e susini, stabile quella del pero. Continua, di contro, il calo degli ettari investiti a pesco e nettarina per una media tendenziale del 10% annua. Degli oltre 10.600 ettari romagnoli rilevati 2017 (circa l'80% dell'estensione totale della regione) le nettarine sono poco sotto 6.900 ettari e le pesche intorno ai 4.300 ettari. Sul versante produzione, rese, prezzi all'origine e redditività, il 2018 vede l'albicocco fra le frutticole in maggior difficoltà per quantità e qualità, con Plv poco soddisfacente".

Per il ciliegio, si registra una minor produzione media (-30% circa) nelle province sottoposte all'indagine, ma la qualità è stata buona. E' la provincia di Forlì-Cesena che esprime la maggior estensione, con oltre 530 ettari sugli oltre 740 romagnoli e gli oltre 2000 di tutta la regione. La Corniola è la varietà che si coltiva prevalentemente; in flessione di circa il 30% la produzione e prezzi inferiori alle aspettative e al consolidato di questa varietà.

Nella coltivazione del melo in Romagna, è Ravenna che esprime maggiori estensioni: oltre 1.270 ettari sui 1.600 romagnoli. Una situazione particolare la stanno vivendo le pere. La produzione romagnola nel 2018, fra estive e invernali, sembra da record con un +15% rispetto al 2017 (resa media circa +3%).

Cala la produzione di pesche e nettarine in tutta l'Emilia Romagna di circa il 15% come media, in linea con il calo a livello nazionale (-16%), mentre l'Europa segna un -8%. Dal punto di vista del reddito, è comunque un'annata non critica.

Per il susino sembra esserci una debole riscossa. La Romagna, con le province di Ravenna e di Forlì-Cesena, detiene oltre il 60% della superficie a susino presente in regione: oltre 2.740 ettari su oltre 4.100. In Romagna, la produzione totale è stimata mediamente in calo di circa il 13%, con un 20% in meno delle cino-giapponesi estive rispetto al 2017. Per le varietà europee, si è verificato invece un incremento di produzione di circa il 20%. Le quotazioni all'origine sono state superiori rispetto agli altri anni, anche fino a una media di 50 centesimi in più al kg.