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L'economista Bagnara: in Russia si esporta la filiera, non piu' l'ortofrutta

Nello scenario politico mondiale, l'agricoltura e' usata come merce di scambio

Negli ultimi giorni sono salite le tensioni a livello internazionale per gli attriti fra Russia e Ucraina. Si rischia di andare incontro ad altre sanzioni, da parte dell'Occidente, con conseguente inasprimento dell'embargo da parte della Russia. Un film già visto. L'economista Gianluca Bagnara commenta l'attuale situazione. "L'agricoltura è merce di scambio di interessi molto più grandi negli scenari internazionali. E gli interessi più grandi sono quelli legati all'approvvigionamento dell'energia".

L'ortofrutta rientra in questa merce di scambio, o è oggetto per un ricatto, come sta avvenendo con l'embargo russo. La Russia sta cercando di avvicinarsi all'autosufficienza ortofrutticola (cfr. FreshPlaza del 9/06/2016) e sta facendo grandi investimenti in quest'ottica.

"Non dimentichiamo però - aggiunge Bagnara - che anche molte nostre imprese stanno beneficiando di tale situazione. Esistono realtà che realizzano, chiavi in mano, impianti frutticoli in Russia o in altri Paesi dell'ex Urss. Si tratta dell'esportazione di un'intera filiera, specialmente di quelle conoscenze che loro non hanno e che, se non gliele forniamo noi, le avranno da qualcun altro". 

In questi Paesi dell'est, ma anche in Estremo Oriente o in Africa, la testa di ponte dell'esportazione è rappresentata dalle conoscenze e dagli impianti chiavi in mano. Poi vi è spazio anche per la frutta di alta qualità che, fregiandosi del made in Italy, è alla portata di una fascia di popolazione benestante. E' finito il tempo dell'export delle pesche nei cestini del "B".