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A cura di Angelo Bini

La situazione della castanicoltura italiana

"In castanicoltura si sta profilando una situazione molto più difficile delle precedenti". E' quanto scrive Angelo Bini in questa nota, che riportiamo integralmente qui di seguito.

"Nonostante l'uso dannosissimo dei fitofarmaci, che hanno ostacolato di molto l'azione del Torymus e degli agenti antagonisti naturali presenti già in loco, abbiamo sostanzialmente sconfitto il cinipide con l'aiuto determinante del Prof. Alberto Alma (Università di Torino, nella foto qui sopra a destra)".

"Un contributo particolare e originale è venuto dalle osservazioni sulla natura nei castagneti proposte da Ferruccio Romano Schiavella (nella foto a sinistra), castanicoltore di Segni (provincia di Roma), che è stato di enorme stimolo anche alla ricerca scientifica per le sue ardite scoperte e acute ipotesi maturate sul campo".

"Sconfitto il cinipide, rimangono aperti tanti problemi dei quali ne consideriamo solamente alcuni".

Il balanino
"La soluzione per il balanino, come per tutte le situazioni critiche, è nella natura stessa. Esso è sempre esistito ed una volta era poco dannoso perché controllato da un altro verme denominato nematode del castagno. Tale controllo è venuto meno perché, eliminando in tempi sbagliati il sottobosco, lo strato dei Nematodi dimorante nella cute del terreno è stato quasi del tutto eliminato. Soluzione: lasciare integro il sottobosco sino almeno a metà settembre, quando la temperatura al suolo non può più salire sopra i 23 gradi centigradi che è la temperatura sopra la quale il nematode muore".

Il tannino
"In una visita presso i nostri castagneti, anni or sono, Jairo Restrepo De Rivera (Università di Pelotas Rio Grande del Sud Brasile, nella foto a destra) spiegò come il tannino è una sostanza acida potentissima che la pianta di castagno produce e conserva nella sua linfa. Il tannino blocca l'apparato digerente degli insetti che attaccano il castagno".

"Oggi i nostri castagni sono privi di tale difesa perché la pianta lo produce assorbendo con radici e capillari azoto dai semi dell'erba matura e melassa dei petali maturi dei fiori (vedi api). Distruggendo il sottobosco, non solo abbiamo favorito la diffusione e la crescita enorme delle popolazioni di balanino, ma abbiamo privato il castagno anche del tannino. Che, io penso, sia anche una delle cause di espansione dello Gnomoniopsis Pascoe ovvero della spora fungina che oggi fa diventare nero tanto nostro prodotto".

Le cidie
"L'uso della chimica ha provocato tantissimi danni anche al castagno. Distruggendo l'equilibrio naturale, in particolare le popolazioni di uccelli e di insetti utili, i fitofarmaci ci hanno regalato la enorme diffusione delle cidie e di altri insetti dannosi anche nuovi. La soluzione anche per le cidie è nella natura. I più importanti antagonisti naturali sono gli uccelli. Quindi è assolutamente necessario non utilizzare più i pesticidi e le sostanze chimiche di qualunque tipo. La ricostruzione dell'equilibrio biologico può essere aiutata dall'uso provvisorio dei Feromoni ideato dal Prof. Antonio De Cristofaro (Università del Molise, nella foto qui sopra a sinistra)".

La proposta del Prof. Alberto Alma
"In un convegno tenutosi a Marradi (provincia di Firenze) il 19 maggio 2018, Alma ha proposto la costituzione, in ogni comprensorio castanicolo, di un Centro Permanente di Studio sul Castagno. Il prototipo di un tale centro io credo sia il Centro di Studio e Documento sul Castagno promosso dal Prof. Elvio Bellini (Università di Firenze)".

Prof. Elvio Bellini 

Il clima
Problemi sempre più gravi pone il cambiamento climatico.

I prossimi appuntamenti
Si comunica che sono in programma due convegni sui temi della castanicoltura.

Sabato 10 novembre 2018 ore 17 a Serino (AV) Relatori Alberto Alma e Antonio De Cristofaro

Sabato 24 novembre 2018 ore 17 a Marradi (FI) Relatori Elvio Bellini, Alberto Alma e Luciano Trentini.

Proposta ai produttori di castagne dei Monti Cimini
"La mia proposta - conclude Angelo Bini - è di istituire noi stessi, mediante autofinanziamento, un centro valido, convenzionato con le Università e i ricercatori capaci di studiare bene le varie situazioni e portarle a soluzione. Potremmo tornare anche alla ricostituzione della nostra cooperativa, sia al fine di gestire il centro sia al fine di commercializzare e lavorare industrialmente il nostro prodotto. O risolviamo noi stessi i nostri problemi o essi non saranno mai risolti. Così dimostra il passato, così sarà sicuramente il futuro".

Data di pubblicazione: