I primi sei mesi dell'anno confermano la buona performance dei prodotti agroalimentari italiani sui mercati esteri; le esportazioni nazionali hanno infatti superato la soglia dei 20 miliardi di euro, in aumento del 3,1% rispetto al primo semestre 2017. La dinamica è da ricondurre soprattutto all'industria alimentare che esprime più dell'80% dell'export complessivo e che ha mostrato un incremento del 4,6%, mentre il settore agricolo ha registrato una riduzione dell'export del 3,8% in valore.
L'import di prodotti agroalimentari, nel contempo, si è ridotto dello 0,8% su base annua, attestandosi a poco più di 22,3 miliardi nel periodo in esame; la dinamica contrapposta dei flussi ha determinato la riduzione del deficit, nella misura di 778 milioni di euro.
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I principali mercati di sbocco sono quelli della Ue, con performance positive per tutte le principali destinazioni, soprattutto Germania, Francia e Regno Unito, mentre per Austria e Spagna si registrano dinamiche negative. In ambito Ue resta il 66% del valore complessivo dei prodotti agroalimentari esportati, che nei primi sei mesi dell'anno ha raggiunto la soglia dei 13,4 miliardi di euro (+4,2% su base tendenziale).
In ambito extra Ue, l'export, che si attesta attorno ai 7 miliardi di euro, segna una crescita tendenziale complessiva dell'1%; gli incrementi sono risultati più consistenti per Canada, (+6,9% per un valore pari a 383 milioni di euro), Russia (+4,6% per 248 milioni di euro) e Svizzera (+3,6% per 783 milioni di euro).
Dal dettaglio per segmento produttivo, l'incremento tendenziale delle esportazioni verso il mercato canadese ha riguardato, tra gli altri, i pelati e polpe di pomodoro (+19,1% per 8,2 milioni di euro).
Dopo il crollo del 2015, le esportazioni verso la Russia hanno registrato una sensibile ripresa nel biennio successivo (con particolare riferimento a quei prodotti non oggetto di embargo), tendenza questa confermata anche nel primo semestre del 2018. Tra le voci commerciali più dinamiche anche le passate e concentrato di pomodoro (+7,3% per 4,4 milioni di euro).
Nel caso della Svizzera, secondo mercato di destinazione tra i paesi terzi dopo gli Usa, l'incremento tendenziale dell'export è da ricondurre, tra gli altri, anche ad arance (+10,0% per 17,4 milioni di euro) e mele fresche, che hanno superato 7 milioni di euro nel periodo in osservazione contro 1,6 milioni di gennaio-giugno 2017.
Fonte: www.ismea.it