Salvare la ciliegia Moretta dall'estinzione, caratterizzarla e valorizzarla per poi rilanciarla sul mercato attraverso un canale dedicato: il presidio Slow Food. Questo il progetto a cui stanno lavorando l'Università di Bologna, l'Università di Modena e Reggio Emilia, la Condotta Slow Food "Valle del Panaro" e il Consorzio della Ciliegia tipica di Vignola, con il contributo della Fondazione Vignola e il patrocinio della Regione Emilia-Romagna.
"Oggi, a Vignola, si raccolgono solo qualche decina di quintali di Moretta, mentre erano 25mila tra gli anni '50 e '60 del secolo scorso", spiega Stefano Lugli, coordinatore del Progetto Moretta. "Ora si vuole fare un salto di qualità, vogliamo che la Moretta abbia un proprio canale commerciale e pensiamo che la strada giusta sia il presidio Slow Food, in grado di dare una nuova identità al frutto. In questo modo, la ciliegia Moretta continuerà comunque a essere un prodotto di nicchia, non omologato e non omologabile, ma con una sua tutela".
I risultati preliminari del progetto - presentati nel giugno scorso a Teramo durante il XII Convegno nazionale Biodiversità - evidenziano che l'ambiente pedoclimatico influisce sulla qualità delle ciliegie. Di conseguenza, è stato possibile effettuare una selezione di zone vocate che ha delimitato come migliore areale vignolese di coltivazione della Moretta nella fascia dei terreni prospicienti il fiume Panaro. Dalla ricerca, si evince che i contenuti di sostanze polifenoliche e l'attività antiossidante della ciliegia Moretta sono particolarmente elevati, decisamente superiori a quelli ottenibili da altre varietà di ciliegia e paragonabili a quelli di frutti ben più noti per i loro contenuti antiossidanti, come i frutti di bosco a bacca rossa o nera.
I risultati confermano insomma l'alta qualità della ciliegia Moretta di Vignola: un alimento ottimo per la salute dei consumatori e potenzialmente sfruttabile a livello nutraceutico. Ultimo dato: le analisi molecolari effettuate sul DNA delle accessioni di Moretta di Vignola presenti sul territorio non mostrano differenze, a conferma di come l'autenticità di questa antica e pregiata varietà di ciliegio dolce si sia mantenuta inalterata nel corso dei secoli.
Fonte: UniBo Magazine