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Intervento di Francesco Cera, direttore del Maap

L'eredita' di Marchionne: spunti e riflessioni anche per il settore ortofrutticolo

La scorsa settimana, come noto, è deceduto Sergio Marchionne, manager FCA. Francesco Cera, direttore del Mercato Agro Alimentare di Padova, interviene sulla vicenda, traendo spunto dall'insegnamento del manager della Fiat, che ritiene riproponibile anche nel settore ortofrutticolo.

Sergio Marchionne (www.tpi.it)

"La sua eredità - afferma Cera - si può riassumere in tre concetti: rompere gli schemi, sfidare la continuità, ripensare i ruoli di tutti. Marchionne era un sognatore, anche folle, altrimenti non avrebbe fatto nascere FCA e salvato la Fiat. Un sogno che deve però poggiare su solide basi per essere ingrediente fondamentale dello sviluppo e rinascita aziendali. Qui compare un altra parola chiave: aggregazione. Se Marchionne non avesse lavorato ad aggregare, Fiat sarebbe scomparsa: idem per le nostre imprese e per i centri agroalimentari, troppi e parcellizzati".

"Per chi esporta, il sogno può essere lavorare su nuovi orizzonti: Cina, Dubai, nuovi servizi per Paesi che da importatori puri diventeranno esportatori. Troppe volte colgo invece un rassegnato fatalismo, mentre ci vogliono nuove spinte propulsive".

Teoria e pratica
Alle aziende servono, per i prossimi anni, mentalità multidisciplinari come era quella di Marchionne. La pratica conta, certo, ma la teoria per un manager serve altrettanto: il manager Fiat era partito da una laurea in filosofia che, nei nostri mercati, sarebbe considerata quanto di più inutile al mondo possa esistere, eppure sappiamo come è andata a finire, nel suo caso...

"Nei mercati serve, a mio avviso, un secondo Piano mercati ma questa volta cultural-manageriale. Servono menti nuove, fresche, dinamiche, preparate, competenti. Un esempio? Ricordo con piacere le disquisizioni che facevo alle fiere di Berlino o Madrid con uno dei più grandi presidenti manager che abbia conosciuto: Paco Boras di Anecoop, tra i più grandi gruppi spagnoli. Appassionato di ortofrutta, ma anche di analisi statistiche, ebbe l'intuizione, per l'export, di abbinare il vino all'ortofrutta".

"Mi spiegava con raro entusiasmo - continua Cera - le sue disamine sui prezzi europei con serie storiche e proiezioni. Mi diceva che gli servivano moltissimo per anticipare i mercati e per meglio programmare la produzione. Essere veloci, nel commercio di oggi, non basta: bisogna anche essere bravi analisti".

Il cambio di passo
"Spesso raccolgo le confidenze di grossisti illuminati che mi chiedono: Ma se assumessi un bravo manager, che magari mi fa risparmiare 100mila €/anno di inefficienze che io non vedo, si paga lo stipendio da solo... Poi, però, non lo assumono perché figure ancora dominanti in azienda non lo consentono, pensando che non serva. E così l'azienda non solo non evolve, ma alla fine implode. Questo è l'enorme storico problema del passaggio generazionale, specie al Nord Est".

Finanza e amministrazione
Marchionne ha completato la sua formazione con lauree in economia e diritto ma, e questo è comune a molti grandi manager, sempre con una solida preparazione finanziaria.

Cera conclude con un ultimo grande spunto, evidenziato dal prof. Costa dell'Università di Padova, validissimo anche per le imprese grossiste. Il primo impiego di Marchionne fu alla Deloitte & Touche, società di revisione contabile. La familiarità con le problematiche di bilancio si è dimostrata preziosa per diagnosticare rapidamente il vero stato di un'azienda, e per costruire strategie di riposizionamento praticabili e sostenibili. Quanti concordati e, a volte, tragici fallimenti si sarebbero evitati con questo approccio?