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Etanolo dalle bucce di patate, nuova tecnologia dagli USA

Un nuovo approccio per trasformare in maniera più efficiente gli scarti delle patate in etanolo. Lo studio è stato realizzato dai ricercatori del Penn State's College of Agricultural Sciences, e il fatto stupisce poco considerato che la Pennsylvania ospita almeno una ventina di aziende che producono patatine in busta. L'innovativo processo potrebbe ridurre i costi di produzione per i biocarburanti e allo stesso tempo offrire ai produttori di patatine la possibilità di ricavare valore dagli scarti.

Utilizzando la purea di patate che rimane dopo la pelatura e i relativi residui, gli scienziati hanno innescato processi simultanei di saccarizzazione (in modo tale da trasformare i carboidrati complessi in zuccheri semplici) e fermentazione (con gli zuccheri convertiti in etanolo con lieviti o altri micro organismi all'interno di un bioreattore).

L'elemento innovativo è la simultaneità dei processi. L'aggiunta di lieviti al bioreattore ha poi catalizzato la conversione degli scarti di patate in bioetanolo.

Il bioreattore era dotato di supporti in composti di plastica per incrementare la formazione di biofilm su cui immobilizzare celle microbiche. Sui biofilm, infatti, le celle microbiche sono abbondanti e più resistenti allo stress ambientale. Caratteristiche fondamentali, considerato che l'attività enzimatica richiede alte temperature. Nel giro di 72 ore, i ricercatori hanno raggiunto la concentrazione massima di etanolo di 37,92 grammi per litro. I risultati della ricerca sono stati pubblicati su ScienceDirect.
Data di pubblicazione: