Nelle parole di Dorfmann il caso delle mele è paradigmatico: i consumi sono in flessione, la produzione in aumento e così è d'obbligo cercare nuovi mercati extra-UE. Un tempo la soluzione sarebbe stata facile: rotta verso la Russia, ma come noto quello è un mercato off limits e, spiega l'europarlamentare, "molto probabilmente (l'embargo, ndr) non si concluderà a breve".

Herbert Dorfmann, europarlamentare, ieri al primo giorno del convegno La Mela nel Mondo, a Interpoma 2016.
Soluzioni? "Negli ultimi due anni – commenta - il dibattito pubblico sugli accordi bilaterali (conditio sine qua non per poter esportare e importare qualsiasi cosa, ndr) è stato polarizzato dal TTIP con gli Stati Uniti, ma se noi volevamo una piattaforma più ampia il protocollo di un anno fa è stato un prodotto deludente. Ci sono però mercati poco noti che stanno crescendo", e cita la Bielorussia, l'India, la Cina ("con cui però si discute ad oggi di settori specifici"), il Canada, il Sud Est Asiatico.
E proprio verso queste ultime due destinazioni l'europarlamentare porta a Interpoma delle buone notizie: "Entro aprile 2017 sigleremo 2 nuovi accordi (primo passo per poi arrivare all'esportazione fisica, non di certo l'ultimo. Dopo la palla passerà ai singoli stati, ndr): quello con il Canada e quello con il Vietnam, oggi reso meno accessibile da alti dazi all'import, che saranno di fatto azzerati; inoltre è un paese in forte crescita con una grossa disponibilità all'acquisto".
In tema di TTIP Dorfmann frena, spiegando che "dovremo bloccarlo, perché ad oggi non sarebbe sensato continuare. Dovremo anche vedere come evolverà la politica estera americana nei prossimi mesi", leggasi vedere come si muoverà la neonata amministrazione Trump.
Accordi blaterali a parte, il Parlamento Europeo è in questo periodo – riferisce Dorfmann - nel pieno della discussione anche su altri temi che più o meno direttamente riguardano l'agricoltura, a partire dal cosiddetto Regolamento Omibus, dove "frutta e verdura sono settori marginali, con solo 4 articoli dedicati", spiega. Marginale forse, trascurabile no: "Il nuovo regolamento – continua l'europarlamentare – punta alla semplificazione della Politica Agricola dell'Unione Europea rivedendo il tema delle assicurazioni del raccolto, che oggi sono previste all'interno dei PSR, ma pochi paesi, come Spagna e Italia, la stanno usando. L'idea è ridurre la quota a carico e dare un nuovo ruolo ai consorzi di difesa. Ancora, il nuovo regolamento mira a rendere più accattivanti consorzi e organizzazioni di produttori, perché ci sono tante zone dell'Unione dove c'è poca organizzazione: in Alto Adige il cooperativismo e l'associazione funzionano, in Polonia, ad esempio, no".
Un altro tema in discussione al Parlamento Europeo è il nuovo regolamento sui fitofarmaci. "Non c'è ancora un testo definitivo, ma si vuole prevedere una seconda e più facile strada per l'autorizzazione dei prodotti fitosanitari che derivano da prodotti naturali", bissando un po' la legislazione in materia che prevede diversi iter autorizzativi a seconda che si parli di prodotti a basso, medio e alto rischio.