Iscriviti alla nostra newsletter giornaliera e tieniti aggiornato sulle ultime notizie!

Iscriviti Sono già iscritto

State utilizzando un software che blocca le nostre pubblicità (cosiddetto adblocker).

Dato che forniamo le notizie gratuitamente, contiamo sui ricavi dei nostri banner. Vi preghiamo quindi di disabilitare il vostro software di disabilitazione dei banner e di ricaricare la pagina per continuare a utilizzare questo sito.
Grazie!

Clicca qui per una guida alla disattivazione del tuo sistema software che blocca le inserzioni pubblicitarie.

Sign up for our daily Newsletter and stay up to date with all the latest news!

Registrazione I am already a subscriber
Per il rilancio si guarda all'export

La campagna del radicchio entra nel vivo, ma i prezzi sono al limite

Nonostante sia partita con una ventina di giorni di ritardo per via dell'andamento meteo, ormai siamo nel pieno della campagna del radicchio e all'appello mancano da raccogliere praticamente solo le tipologie più tardive. La produzione è nel suo massimo e questo ha portato a un calo dei prezzi, a livelli che rasentano il pareggio di bilancio se non addirittura al di sotto, specie per chi commercializza entro i confini nazionali.

"Siamo nel pieno della produzione in un mercato con tanti produttori e pochi compratori", chiosa Chiara Zuccari, direttore commerciale della Primo Mattino, azienda del veronese, denunciando l'eccessiva frammentazione dell'offerta; una denuncia che potrebbe tranquillamente essere copia-e-incollata in molti, tanti, troppi, altri settori dell'ortofrutta italiana. La soluzione sarebbe quindi concentrare l'offerta e, riprende la Zuccari, "l'iniziativa del consorzio Opera, per le pere, va proprio in questa direzione. Dovesse rivelarsi un successo, quel modello sarebbe da esportare anche in altri comparti". Radicchio compreso, a quanto pare.


Radicchio dell'azienda veronese. (Foto d'archivio)

"Ora i prezzi sono al limite, ma è ancora presto per dire cosa accadrà, considerando che è sotto Natale che aumenta il consumo di radicchio e che sotto il cielo possono accadere ancora tante cose", spiega. Per scongiurare che si ripeta la situazione dell'anno scorso, più che al mercato nazionale c'è chi guarda all'estero: destinazioni che però non sono per tutti. "Per fare l'estero servono certificazioni, serve essere strutturati, serve qualità", spiega le direttrice commerciale di un'azienda che esporta in Germania, Regno Unito, Norvegia, Danimarca, Paesi Bassi e Spagna: "Ci va solo chi è più organizzato", e inevitabilmente i più piccoli restano segregati nei confini nazionali, in un'arena affollata.

"La speranza - conclude la Zuccari - è che parta la domanda estera (come l'italiana, aumenta sotto le festività natalizie, ndr); ad oggi solo Paesi Bassi e Spagna hanno iniziato a muoversi chiedendo radicchio italiano".