Istat: fiducia dei consumatori e delle imprese a ottobre 2016
Tra le componenti del clima di fiducia dei consumatori peggiorano la componente economica, personale e corrente seppure con intensità diverse: il clima economico diminuisce lievemente, passando da 128,0 a 127,4, quello personale mostra un calo più consistente, da 102,8 a 100,5, così come quello corrente, da 106,8 a 102,8; invece il clima futuro migliora per il secondo mese consecutivo riportandosi sui livelli dello scorso luglio (da 112,8 a 114,3).
I giudizi dei consumatori riguardo la situazione economica del Paese rimangono stabili (il saldo rimane a quota -52) mentre le aspettative si confermano in discesa per il sesto mese consecutivo (da -18 a -19 il relativo saldo). Le opinioni sull'andamento dei prezzi al consumo, espresse su un arco temporale di 12 mesi (giudizi sui 12 mesi passati e aspettative per i prossimi 12 mesi), sono orientate alla diminuzione. Inoltre, aumentano le aspettative sulla disoccupazione (da 29 a 31 il saldo).
Con riferimento alle imprese, nel mese di ottobre si registra un miglioramento della fiducia in tutti settori eccetto il commercio: la crescita è marcata nel settore dei servizi (l'indice sale da 103,7 a 106,6) e più lieve nella manifattura e nelle costruzioni (da 102,1 a 103,0 e da 125,3 a 125,8, rispettivamente); nel commercio al dettaglio l'indice scende da 102,0 a 101,3.
Nel commercio al dettaglio il clima di fiducia scende da 102,0 a 101,3. Diminuisce sia il saldo dei giudizi sulle vendite correnti (da 3 a -1), che quello relativo alle aspettative sulle vendite future (da 24 a 22); in decumulo sono giudicate, infine, le scorte di magazzino (da 14 a 10, il saldo).
Il clima di fiducia peggiora nella grande distribuzione, portandosi da 100,3 a 99,4 confermandosi invece sui livelli dello scorso mese in quella tradizionale (104,6). Nella prima, diminuisce sia il saldo dei giudizi sulle vendite correnti (da 5 a 1), che quello relativo alle aspettative sulle vendite future (da 30 a 27); nella seconda, peggiora il saldo dei giudizi sulle vendite correnti (da -7 a -10) e aumenta quello relativo alle attese sulle vendite future (da 10 a 11). Quanto infine alle scorte di magazzino, il saldo della variabile passa da 16 a 12, nella grande distribuzione e da 8 a 6, in quella tradizionale.