
Radicchio essiccato e crema di radicchio.
Mercoledì sera, 24 febbraio 2016, il Consorzio di tutela e valorizzazione ha organizzato un convegno, presso il maestoso castello di Bevilacqua (provincia di Verona, al confine con quella di Padova) per presentare le ultime novità.

Radicchio fresco confezionato.
"Per farsi conoscere sui mercati, specie quelli internazionali – ha esordito la presidente del Consorzio, Cristiana Furiani – occorre non solo una qualità elevata, ma il sapersi vendere per tutto l'anno. Il nostro prodotto, come da disciplinare, è solo invernale, perciò ci siamo inventati qualcosa per prolungarne il periodo di commercializzazione. La crema di radicchio la consigliamo soprattutto da abbinare agli antipasti, mentre il radicchio essiccato si presta a tantissime ricette".

Cristiana Furiani.
Tante le persone che sono intervenute al convegno, per ascoltare alcuni relatori come Enrico Panzarasa, esperto di prodotti del territorio, Matteo Ducange, ricercatore e agronomo e Paolo Bruni, presidente del Cso-Centro Servizi Ortofrutticoli di Ferrara.

Sopra: il tavolo dei relatori, con la parola a Enrico Panzarasa. Sotto: Paolo Bruni.

La spiccata territorialità e l'orgoglio di avere fra le mani un ottimo prodotto si è respirata durante tutto il convegno. E Panzarasa ha voluto immediatamente chiarire un aspetto: "I 5 radicchi veneti dovrebbero fare più squadra per farsi conoscere in tutto il mondo". La presidente Furiani ha colto la palla al balzo: "Concordo sul fatto che non dobbiamo farci la guerra, ma solo collaborare".

I relatori della serata.
Nelle scorse settimane, le campagne della bassa veronese sono state visitate da alcuni operatori austriaci che, anche con l'ausilio di un drone, hanno effettuato delle riprese aeree. Le immagini, insieme ad altre fatte a terra e negli stabilimenti di lavorazione, andranno a costituire un servizio che sarà trasmesso in Austria: a Innsbruck, infatti, risiede un importatore di radicchio che, in tal modo, vuol fare conoscere ai consumatori la storia del prodotto.

La platea.
"State facendo un ottimo lavoro – ha esordito Bruni – ma ricordatevi di non compiacervi mai dei risultati raggiunti. L'idea della crema e del radicchio essiccato è ottima, ma deve essere un punto di inizio. Si vive solo di innovazione. Il radicchio è una delle verdure italiane che più rappresentano l'italianità all'estero. La certificazione di origine è un buon biglietto da visita, ma non è garanzia di redditività in campagna. Quella la potete ottenere solo restando al passo con i tempi, anzi, precedendo le tendenze del consumatore".

Interventi dalla platea.
L'agronomo Ducange (in foto qui sotto) ha posto l'accento sull'importanza della ricerca e della capacità di preservare la biodiversità. Ha pure puntato l'indice verso la politica miope della "spending review" che, "tagliando i finanziamenti", ha ucciso tanti enti di ricerca di cui un paio solo in Veneto. Così si sono persi decenni di conoscenze e ci si sono preclusi nuovi scenari per il futuro".

Moderato dal giornalista Francesco Occhi, il dibattito ha fatto emergere che la differenziazione costituisce la strada principale da seguire. "In Italia – ha precisato Bruni – esistono 282 denominazioni di origine ma, di queste, le prime 10 coprono l'80 per cento del fatturato. Ciò significa che alcune hanno un giro di affari del tutto irrilevante. Chi sa organizzarsi, differenziarsi e stare al passo tramite la formazione, ha la possibilità di aumentare il proprio peso in ambito nazionale ed estero".
Sull'importanza del settore agricolo per il territorio si è soffermato anche Piergiorgio Agostini, imprenditore agricolo e presidente di Crediveneto: "La mission del credito cooperativo sta nel finanziare anche i piccoli agricoltori. Sono loro che rappresentano il tessuto economico del territorio, di certo una delle parti più sane dell'economia".
Dopo la cena, si è svolta la XIII edizione del concorso gastronomico "Radicchio d'Argento" organizzato, fra gli altri, dalla Pro Loco Carpanea Casaleone e dalla sua presidente Enrica Claudia de Fanti. I 160 commensali sono stati invitati a dare un giudizio sui piatti preparati da 4 ristoranti: Villa Schiavi di Sermide (Mantova), L'arte in cucina di Düsseldorf (Germania), Antica trattoria alla Mola di Casaleone (Verona), Castelli Giulietta e Romeo di Montecchio Maggiore (Vicenza).

La consegna della targa a Flavio Bellin (a sinistra).
Il primo premio se l'è aggiudicato lo chef 25enne Flavio Bellin dei Castelli Giulietta e Romeo, grazie a un dolce a base di radicchio che non stonerebbe in alcun ristorante di fama mondiale. Al secondo posto, l'antipasto di Annachiara Faggioni della Trattoria alla Mola.

La consegna del riconoscimento ad Annachiara Faggioni.