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CREA: leggera flessione del mercato fondiario e degli affitti

Per il terzo anno consecutivo si verifica una flessione del prezzo della terra, con una contrazione nel 2014 pari a -0,6%, segnale questo delle difficoltà attraversate dal mercato fondiario, che non riesce più a generare interesse negli investitori e non trova sufficiente spinta negli imprenditori più dinamici. In termini reali, l'inflazione molto vicina allo zero ha ridotto la continua erosione del patrimonio fondiario (-0,8% rispetto al 2013) come negli 10 anni.

E' quanto emerge da una ricerca del CREA (Consiglio per la Ricerca in Agricoltura e l'Analisi dell'Economia Agraria). Sostanzialmente stabile il valore medio nazionale della terra, che si conferma intorno ai 20.000 euro ad ettaro, con punte decisamente più elevate nelle aree di pianura e nelle zone collinari particolarmente vocate per colture di pregio.

Sebbene nelle aree montane e nelle aree più marginali delle regioni meridionali i valori fondiari sia decisamente inferiori, anche nel 2014 sembra attenuarsi il divario tra aree ricche e marginali, in quanto le maggiori flessioni dei prezzi sono state più consistenti proprio nelle aree più fertili. Tale flessione è imputabile alla crisi di liquidità che ha investito le famiglie e le imprese.

Per quanto riguarda il mercato degli affitti, nel 2014 si conferma - spiega lo studio del CREA - un maggiore dinamismo nelle regioni settentrionali, dove la domanda è nettamente superiore all'offerta, in particolare per terreni da dedicare a colture di pregio e a destinazione energetica. In rialzo i canoni nel Nord-ovest mentre nelle zone orientali in alcuni casi sono in flessione. Situazione pressoché stazionaria nelle regioni centrali, mentre nel Mezzogiorno si segnala un timido rialzo della domanda che in qualche caso tende a prevalere sull'offerta. Si segnala il rilevante aumento della regolarizzazione dei contratti con la parallela diminuzione degli accordi verbali, mentre il livello dei canoni mostra una tendenza al ribasso, soprattutto per le zone più marginali.
Data di pubblicazione: