"Il prodotto siciliano è agli sgoccioli – spiega Mario Tartari, dell'Eurofrut, azienda all'ingrosso sul mercato di Bologna - e ormai sul mercato all'ingrosso ce n'è poco. Ora tocca alle produzioni laziali, con Latina che è partita con quantità limitate per via di temperature che hanno rallentato la maturazione del prodotto". Da metà marzo i prezzi sono segnalati in calo, un calo però dolce, senza contraccolpi o crolli.

Per le zucchine calibro 14/21, quello che va per la maggiore in Italia, i prezzi del periodo oscillano all'ingrosso tra 1,40 e 1,60 euro al chilo, mentre sugli scaffali della grande distribuzione non si segnalano grossi rincari, per non disincentivare i consumi.
Poca attualmente la produzione di zucchine del calibro superiore, 18/25, e solitamente destinata all'esportazione, soprattutto verso Francia e Germania. Per la spedizione oltre confine di questi calibri la forbice dei prezzi spazia da 1,30 a 1,50 euro al chilo, mentre il 14/21 spunta da 1,50 a 1,70 euro al chilo.
In questo momento sui mercati esteri oltre al prodotto italiano c'è anche quello spagnolo, che però, riferisce Tartari, "è di qualità inferiore. Le loro zucchine sono più chiare e vengono vendute a 10, 20 centesimi al chilo in meno di quelle italiane. Del resto dalla primavera all'autunno, all'entrata in produzione delle coltivazioni locali all'estero è l'Italia a dominare con la sua produzione laziale".
Le zucchine made in Italy arrivano anche in Regno Unito e nei mercati del Nord Europa, dove però, conclude il grossista, "preferiscono il calibro più piccolo, 7/14, perché la produzione laziale lo permette, con una zucchina molto resistente. Per questo calibro più impegnativo sul mercato inglese si ottiene un prezzo maggiore del 20/30% rispetto ai calibri più tradizionali. Un rincaro che ci sta tutto, considerando la lavorazione in più che serve per questa tipologia di ortaggio".