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Un frutto su cui si puo' ragionare insieme

Valorizzare la Melagrana: confronto tra produttori, importatori e distributori a Bologna

Un convegno per analizzare insieme aiprotagonisti del mondo della produzione e della distribuzione l'attuale scenario di mercato delle melagrane e promuoverne i consumi tramite una comunicazione condivisa. Con questi obiettivi si è tenuto ieri, 29 maggio, a Bologna il convegno "Valorizzare la melagrana", promosso e organizzato da SG Marketing.


Da sinistra, Anna Molli, Anna Parello, Luciano Trentini, Alessandra Bordoni e Dino Bellussi.

Coordinati da Luciano Trentini, vicepresidente Areflh-Associazione regioni europee frutticole e orticole, i relatori hanno contribuito a delineare l'ambito in cui insegne e fornitori italiani si stanno muovendo.

Così, Anna Molli, di Amore srl import-export, ha condiviso la propria esperienza aziendale, iniziata 10 anni fa importando 20 bancali di melagrane e oggi ancora in crescita. Molli ha illustrato il panorama varietale a disposizione, i principali Paesi produttori ed esportatori, le principali origini dalle quali l'Italia importa - Israele, Turchia, Egitto, Spagna, Grecia e, tramite triangolazioni, Olanda - i dettagli tecnici relativi a calibri e packaging.



Se fino a pochi anni fa gli impianti in Italia non erano razionali, ma con varietà locali spesso coltivate in maniera promiscua insieme a olivo e agrumi, oggi si stima più di un centinaio di ettari con una produzione prevista per il 2014 di 1.020 ton.



Considerando che un paese come Israele, più piccolo della Sicilia, coltiva 2.000 ettari, per Dino Bellussi di Pomel, le possibilità di espansione si dimostrano interessanti anche in Italia, tanto da stimare produzioni vicine alle 6.000 ton in 3 anni e addirittura alle 20.000 ton nei prossimi 5 anni. La produzione italiana è destinata quasi totalmente al normal trade e solo un 5% alla Gdo: anche questo nei prossimi anni è destinato ad evolvere.



Bellussi ha anche ricordato come, in funzione del prezzo di vendita (da 1 a 2 euro/kg), un impianto di melograno in piena produzione possa fornire una Plv variabile da 30 a 60.000 euro/ha che, al netto dei costi colturali, commerciali e di confezionamento, si traducono in un reddito netto al produttore variabile da 6.000 a 30.000 euro/ha. Parola d'ordine, però, deve rimanere la qualità eccellente delle nostre produzioni, unico aspetto che ci può rendere competitivi.

Non si può negare che il recente interesse nei confronti delle melagrane sia legato alla diffusione della conoscenza delle sue proprietà nutritive e ai suoi molteplici usi, compresi quello della trasformazione industriale, farmaceutico e cosmetico.



Sulla stampa nazionale generalista si elogiano sempre più spesso le sue proprietà benefiche, mentre si moltiplicano gli studi medico-scientifici a livello internazionale (31 solo nel 2013). Alessandra Bordoni, dell'Università di Bologna, ha descritto le peculiarità nutritive delle melagrane ed evidenziato come, però, i numerosi claim proposti (tra i più noti, le "proprietà antiossidanti e antiinvecchiamento"), siano stati respinti dall'Efsa, l'Autorità europea per la sicurezza alimentare, perché non esiste una sicura relazione di causa/effetto tra il consumo di melagrane (o suoi trasformati) e tali affermazioni.

Si può partire, però, dalle indicazioni nutrizionali e, in tal senso, il frutto è ricco di vitamina B6 (0,31 mg/100 g), molto più di pesche e pere (0,02) e preceduto solo da avocado (0,47) e castagne (0,42).

Anna Parello ha illustrato i dati dell'analisi di posizionamento nel canale retail e le strategie di valorizzazione in-store proposte da SG Marketing.

Tenendo presente che nel 2013 i 10 distributori contattati da SG Marketing hanno venduto 5.358 q di melagrane, con incidenze a volume (0,002%) e a valore (0,003%) sul reparto ortofrutta davvero irrisorie, tra i risultati più significativi dell'indagine risulta l'interesse crescente da parte delle insegne della distribuzione: +8,9% a volume rispetto a 3 anni fa e una crescita a volume per i prossimi 3 anni stimata a +17%, grazie a un ampliamento del calendario di commercializzazione e alla maggiore attenzione dei consumatori per l'area salute/benessere.



La proposta di comunicazione di SG Marketing "Melagrana, il tuo scrigno di bontà", ha l'obiettivo di valorizzare le potenzialità di mercato del prodotto e incrementarne il consumo tramite una campagna di comunicazione istituzionale, messaggi utilizzabili secondo le norme Efsa, formati di promo-comunicazione in-store e attività coordinate a supporto della notorietà del prodotto (clicca qui per un resoconto dello studio).


Da sinistra, Luciano Trentini, Alessio Orlandi, Giuliano Canella, Marco Venturelli, Egidio Mordenti, Germano Fabiani e Claudio Scalise.

La melagrana è quindi destinata a trovare nuovi spazi nei banchi del reparto ortofrutta delle principali insegne italiane. Luciano Trentini ha coinvolto i rappresentanti di Conad, Coop, Alì Supermercati, importatori e produttori in un ragionamento finalizzato a individuare un percorso governato di sviluppo.

Così Alessio Orlandi di Conad ha messo in evidenza come il reparto ortofrutta debba sempre più essere vissuto come una "prefarmacia", Giuliano Canella, Alì Supermercati, ha ribadito l'interesse per la IV gamma e gli arilli in vaschetta e Germano Fabiani di Coop Italia ha suggerito di valorizzare al massimo l'italianità del prodotto.

Partendo dalla considerazione che il mercato internazionale delle melagrane è in crescita, secondo Claudio Scalise, SG Marketing, esiste una potenzialità importante di sviluppo che riguarda il fresco e il trasformato. La condizione necessaria per potenziare la catena del valore di questo prodotto è che si faccia un percorso coordinato.

Egidio Mordenti, Terremerse, ha spiegato come la sua cooperativa abbia investito in questa coltura (grazie anche al suo inserimento nella Ocm Ortofrutta) puntando al mercato nazionale ma anche all'export. Interessante potrebbe essere adottare una strategia simile a quella del Consorzio MelaPiù: vale a dire commercializzare e valorizzare un marchio comune solo per i frutti migliori, ottenuti secondo un rigido disciplinare di produzione.

Marco Venturelli, Maffco Unifrutti (1 milione di cartoni distribuiti in Stati Uniti, Europa e Russia), ha ricordato come - purtroppo - l'immagine del prodotto italiano sia stata in alcuni casi danneggiato da pochi produttori scorretti e dalla scarsa organizzazione nell'export. Non sottovalutare, dunque, la possibilità di inserire il proprio prodotto in quelle grandi organizzazioni che già lo distribuiscono, evitando così di rimanere isolati sul mercato internazionale.