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Italia, terza a livello mondiale per produzione di pere

Emilia-Romagna: tra le regioni piu' vocate di tutta Europa per la pericoltura

Nel 2013 la produzione italiana di pere è risultata in aumento del 12% rispetto al 2012, pur evidenziando un -10% rispetto alla media del quadriennio 2008/2011. La coltivazione di questa pomacea è fortemente concentrata in poche regioni. L'Emilia-Romagna rappresenta mediamente oltre il 65% della produzione italiana; il rimanente è distribuito nelle regioni centro-meridionali con prevalenza di cultivar estive (William, Coscia, Spadona).



"Non si può parlare di produzione ortofrutticola emiliano-romagnola senza parlare di pere. Infatti tutte le province di questa regione, in misura più o meno estesa, sono interessate da questa coltura. Le pere si trovano maggiormente nei territori del ferrarese, modenese, bolognese e ravennate, ma anche in provincia di Reggio Emilia e, in superficie limitata, nei rimanenti bacini regionali." A scriverlo è l'agronomo Dario Rossi su AF, periodico di informazione del consiglio dell'ordine nazionale dei dottori agronomi e dei dottori forestali.

Per le sue condizioni pedoclimatiche favorevoli, l'Emilia-Romagna risulta tra le aree più vocate a pere di tutta Europa. Grazie a questa regione, l'Italia si pone al terzo posto a livello mondiale tra i produttori di questa pomacea, con circa 800.000 tonnellate all'anno (media 2008-2012). Al primo e secondo posto figurano rispettivamente Cina e USA.

Top-5 dei produttori mondiali di pere - Media 2008-2012

Fonte: FAOSTAT - Clicca qui per ingrandire il grafico

Nonostante le oscillazioni avute nelle ultime annate, la produzione dell'Emilia-Romagna si è posta intorno alle 500.000 tonnellate. Tuttavia, il potenziale produttivo è ancora in grado di superare le 600.000 tonnellate. Nel 2013, nella regione, l'offerta di pere è risultata superiore del 19% a quella del 2012.

Emilia-Romagna: produzioni di pere - Clicca qui per ingrandire il grafico


I catasti dei soci del CSO-Centro servizi ortofrutticoli di Ferrara rappresentano il 47% del totale regionale. Rispetto al 2012, nel 2015 si prevede una flessione del potenziale produttivo in termini di superfici in piena produzione (impianti di età maggiore di 4 anni) per il complesso delle pere (-4%). Ancora un lievissimo incremento per Abate Fetel (+1%); la William rimarrà quasi costante (+1%), mentre un forte ridimensionamento si prevede per la Conference (-24%). Riduzione attesa per le altre varietà eccetto Carmen.

Emilia-Romagna: catasti dei Soci CSO, le previsioni a breve termine dell'offerta - Clicca qui per ingrandire i grafici


Per quanto riguarda l'evoluzione dell'offerta varietale, molto accentuato è il rafforzamento produttivo della pera Abate, che ormai rappresenta circa metà della produzione emiliano-romagnola (48%, media 2011-2013). A mostrare un incremento è anche la cultivar Carmen (+1%). Costante la quota delle pere William (23%) e Kaiser (7%); forte, invece, la riduzione per le altre varietà tradizionali.

Emilia-Romagna: evoluzione dell'offerta varietale - Clicca qui per ingrandire i grafici


"La specializzazione, nei nostri territori, si è enormemente sviluppata nel tempo, creando produttori in grado di gestire professionalmente e in modo ottimale le varie pratiche agronomiche e colturali - scrive Dario Rossi - Nel contempo anche le figure tecnico-professionali che seguono questa coltura si sono affinate durante gli anni: oggi l'Italia è in grado di offrire pere sane, belle, buone e in regola con gli standard residuali. Gran parte del prodotto, infatti, segue canali di commercializzazione in esportazione e possiede, quindi, tutte le caratteristiche positive degli agroalimentari di qualità."