"Non si può parlare di produzione ortofrutticola emiliano-romagnola senza parlare di pere. Infatti tutte le province di questa regione, in misura più o meno estesa, sono interessate da questa coltura. Le pere si trovano maggiormente nei territori del ferrarese, modenese, bolognese e ravennate, ma anche in provincia di Reggio Emilia e, in superficie limitata, nei rimanenti bacini regionali." A scriverlo è l'agronomo Dario Rossi su AF, periodico di informazione del consiglio dell'ordine nazionale dei dottori agronomi e dei dottori forestali.
Per le sue condizioni pedoclimatiche favorevoli, l'Emilia-Romagna risulta tra le aree più vocate a pere di tutta Europa. Grazie a questa regione, l'Italia si pone al terzo posto a livello mondiale tra i produttori di questa pomacea, con circa 800.000 tonnellate all'anno (media 2008-2012). Al primo e secondo posto figurano rispettivamente Cina e USA.
Top-5 dei produttori mondiali di pere - Media 2008-2012
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Nonostante le oscillazioni avute nelle ultime annate, la produzione dell'Emilia-Romagna si è posta intorno alle 500.000 tonnellate. Tuttavia, il potenziale produttivo è ancora in grado di superare le 600.000 tonnellate. Nel 2013, nella regione, l'offerta di pere è risultata superiore del 19% a quella del 2012.
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I catasti dei soci del CSO-Centro servizi ortofrutticoli di Ferrara rappresentano il 47% del totale regionale. Rispetto al 2012, nel 2015 si prevede una flessione del potenziale produttivo in termini di superfici in piena produzione (impianti di età maggiore di 4 anni) per il complesso delle pere (-4%). Ancora un lievissimo incremento per Abate Fetel (+1%); la William rimarrà quasi costante (+1%), mentre un forte ridimensionamento si prevede per la Conference (-24%). Riduzione attesa per le altre varietà eccetto Carmen.
Emilia-Romagna: catasti dei Soci CSO, le previsioni a breve termine dell'offerta - Clicca qui per ingrandire i grafici
Per quanto riguarda l'evoluzione dell'offerta varietale, molto accentuato è il rafforzamento produttivo della pera Abate, che ormai rappresenta circa metà della produzione emiliano-romagnola (48%, media 2011-2013). A mostrare un incremento è anche la cultivar Carmen (+1%). Costante la quota delle pere William (23%) e Kaiser (7%); forte, invece, la riduzione per le altre varietà tradizionali.
Emilia-Romagna: evoluzione dell'offerta varietale - Clicca qui per ingrandire i grafici
"La specializzazione, nei nostri territori, si è enormemente sviluppata nel tempo, creando produttori in grado di gestire professionalmente e in modo ottimale le varie pratiche agronomiche e colturali - scrive Dario Rossi - Nel contempo anche le figure tecnico-professionali che seguono questa coltura si sono affinate durante gli anni: oggi l'Italia è in grado di offrire pere sane, belle, buone e in regola con gli standard residuali. Gran parte del prodotto, infatti, segue canali di commercializzazione in esportazione e possiede, quindi, tutte le caratteristiche positive degli agroalimentari di qualità."