"Siamo al termine della commercializzazione del nostro cachi classico. E' stata una campagna abbastanza soddisfacente dal punto di vista economico, anche a causa dei minori quantitativi disponibili. Le frequenti piogge durante la raccolta hanno infatti determinato maggiori percentuali di frutti scartati perché non idonei alla vendita e, rispetto a una produzione media di 1.200 tonnellate, quest'anno ci siamo fermati a 1.000, un 15-20% in meno", illustra Bucella.
Il 90% dei cachi Granfrutta Zani viene consumato sul mercato interno - il canale commerciale preferenziale è la Grande distribuzione organizzata, come per i principali prodotti della OP - mentre il rimanente 10% viene inviato perlopiù in Svizzera.
"Per quanto riguarda le pere - continua Bucella - le aspettative erano alte e purtroppo il mercato non sta rispondendo come si sperava. Se non proprio fermo, l'export è molto limitato rispetto allo scorso anno. Anche sul mercato interno i consumi sono molto bassi; rispetto al 2012, quindi, dobbiamo registrare una produzione superiore e, al contempo, meno vendite".
"Con 5-6.000 ton di pere all'anno - spiega ancora Bucella - Granfrutta Zani non si propone come fornitore per l'estero, dove in termini di prezzo è forte la concorrenza della Conference proveniente dai Paesi Bassi e della Rocha portoghese; fino a qualche giorno fa era sul mercato anche la Francia con una parte della sua produzione di William. In Europa però paghiamo - anche per nostri difetti di comunicazione - una diversa cultura che penalizza la nostra pera Abate".
La OP di Granarolo Faentino commercializza anche mele Pink Lady, prodotte nelle aziende romagnole, e Golden e Stark coltivate nelle aziende friulane associate; le prime sono esportate in Europa (Germania, Paesi scandinavi e Regno Unito) mentre le altre, ottenute nella fase iniziale della campagna, prima che arrivino le mele del Trentino, sono principalmente destinate al mercato interno.
"Poiché erano finite le scorte, ad inizio campagna abbiamo venduto molto, poi anche qui si è raffreddato tutto. I prezzi nell'ultimo mese sono calati anche di 5-10 centesimi al chilo", lamenta Bucella segnalando la presenza, come anche per le pere, di pezzature medio piccole che hanno creato ulteriori problemi in mercati, come quello nazionale, interessati ai calibri maggiori.
Per ora, rispetta invece le alte aspettative dei produttori il kiwi. "La commercializzazione del kiwi - conferma Bucella - sta andando bene e al momento siamo ottimisti, grazie alle buone richieste provenienti dall'oltremare, in particolare dal continente americano, dal Sud America, ma anche da Cina, India e Paesi arabi".
La produzione 2013 dovrebbe essere circa la stessa dello scorso anno, attorno alle 11.000 ton, in quanto il calo registrato in Emilia-Romagna è compensato dai nuovi impianti di kiwi entrati in produzione nella zona di Latina.
"Il 70% del nostro kiwi è esportato nell'Unione europea, nell'Europa dell'est, dove risentiamo della competizione della Grecia, e oltremare dove, a parte il prodotto locale, al momento non siamo disturbati da altri paesi. Il rimanente 30% è invece destinato alla Grande distribuzione nazionale", conclude Raffaele Bucella.
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