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Difficile che la nuova PAC entri in vigore prima del 2015

Sembra ormai certo un rinvio al 2015 per le nuove regole della Politica agricola comunitaria (Pac).

Se così fosse, il 2014 sarebbe un anno di transizione per quanto riguarda in particolare i pagamenti diretti della Pac. Anche se, per evitare il probabile vuoto normativo, è già pronto un intervento straordinario. Lo ha affermato il portavoce del commissario europeo all'agricoltura Dacian Ciolos.

Il Parlamento europeo sta accelerando l'iter decisionale per la riforma Pac, per discuterla e votarla entro il 2013. Ma le probabilità di vedere conclusi i negoziati entro la fine dell’anno sono davvero scarse.

La commissione Agricoltura voterà l'insieme della riforma con emendamenti migliorativi il 23 e 24 gennaio e il 15 e 16 marzo ci sarà l'approvazione in Aula. A questo punto partirà il negoziato, di cui però non è possibile prevedere la conclusione.

Lo stesso presidente della commissione Agricoltura del Parlamento europeo, Paolo De Castro, intervenuto l'11 gennaio scorso a un convegno dell'Accademia dei Georgofili a Firenze, ha dichiarato: "Ci sarà minimo un anno di rinvio ed è difficile ipotizzare che possa entrare in vigore prima del 2015".

"C'è una promessa di riduzione degli oneri burocratici per le nostre aziende – ha continuato De Castro - ma a patto che si abbiano a disposizione dei fondi spendibili".

Da qui l'attesa per il vertice europeo del 7 e 8 febbraio 2013, in quanto "ancora non sappiamo quanti saranno i tagli alla Pac. L'ultima proposta del presidente Van Rompuy era 18 miliardi, ma potrebbero anche essere 20 o 22. Certo, ha aggiunto De Castro, si tratta di tagli talmente elevati che non escludo, se saranno confermati, che il Parlamento europeo possa mettere in discussione anche parti della riforma che noi approveremo".

"Per portare a casa il voto favorevole di tutti i capi di stato europei il 7 e 8 febbraio - ha poi spiegato De Castro - il presidente Van Rompuy dovrà però fare degli accordi con i singoli Paesi. Non escludo che l'Italia, visto che Monti lo aveva già fatto a novembre, abbia la possibilità di ritoccare in maniera specifica il bilancio per il nostro Paese, specie per alcuni capitoli importanti come le politiche di coesione e di sviluppo rurale".

(Fonti: ANSA e AGENPARL)