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"Progetto da 38 milioni di euro per rilanciare la "Ferrara agroalimentare", presentato da una cordata di sette imprese"

"Ferrara agroalimentare", si chiama così la proposta di "contratto di sviluppo" presentata da sette imprese (capitanate da Mazzoni servizi) per un totale di investimenti che ammonta a quasi 38 milioni di euro, con la possibilità di creare almeno 80 nuovi posti di lavoro.

La proposta, destinata al Ministero dello sviluppo, è stata presentata in conferenza stampa nell’aula consiliare del castello dalla presidente della Provincia Marcella Zapaterra, dall’assessore provinciale Davide Nardini insieme a Luigi Mazzoni, la cui azienda è promotrice della proposta, Sante Tarabusi e Alfredo Salami, entrambi appartenenti allo studio Salami che si è dedicato a progettare il finanziamento.

Nonostante il settore agroalimentare soffra meno degli altri settori manifatturieri, la siccità, il terremoto, la difficoltà nell’accesso al credito hanno reso il 2012 un anno difficile per le aziende agricole e di trasformazione e il "contratto di sviluppo" sembra essere un buon rimedio, almeno nelle intenzioni delle aziende aderenti (Mazzoni, Afe, Op kiwi sole, Patfruit, Ve.Ba, Le due valli, Società agricola Codigoro) e in quelle della presidente della Provincia: "Crediamo in questo strumento che ha già dato risultati in passato quando si chiamava 'contratto di progetto'. Si può evitare una crisi strutturale e rilanciare un settore strategico per il nostro territorio".

Il problema dell’accesso al credito non ha reso particolarmente agevole trovare imprese disposte a finanziare il progetto che richiedeva un investimento minimo di 30 milioni di euro.

In caso di approvazione, il cui processo come ha avvertito Tarabusi può durare anche degli anni, lo Stato finanzierà una cifra che andrà dal 20 al 40% di quanto investito dalle imprese. "È un progetto sostenibile perché non ci sono investimenti impossibili - ha affermato ancora Tarabusi - e non promette nulla di eclatante ma si inserisce in un settore, come quello agroalimentare, dove la provincia di Ferrara è competitiva a livello europeo".

Essendo un contratto stipulato fra imprese e Ministero dello sviluppo, i settori produttivi direttamente coinvolti e beneficiari dell’investimento sono quelli della trasformazione e della commercializzazione, mentre è il Ministero delle politiche agricole ad occuparsi della produzione di base. Questo non significa che dall’accordo in questione non possano nascere vantaggi anche per le aziende agricole di base le quali, in un quadro di sinergica collaborazione, dovrebbero avvantaggiarsi dall’avere acquirenti che trasformano e rivendono i loro prodotti in maniera più organizzata e produttiva.

Il bacino territoriale interessato dagli interventi previsti riguarda le province di Ferrara, Bologna e Modena, quelle più colpite e danneggiate dal terremoto. "Ci sarà una forte ricaduta sia potenziale che fattuale sull’intero territorio - ha aggiunto Salami - dato che gran parte delle aziende agricole coinvolte svolge la sua attività prevalentemente nel ferrarese".

Tre gli obiettivi principali. Il primo è lo sviluppo delle produzioni di pere e mele delle varietà più richieste dal mercato. Il secondo è quello di realizzare nell’ambito dei settori di trasformazione e commercializzazione nuove strutture e nuovi impianti per la selezione e il confezionamento dei prodotti utilizzando le più moderne tecnologie. Il terzo riguarda invece la forza lavoro che, almeno nelle intenzioni dichiarate, dovrebbe sia consolidare le 1.220 unità al momento occupate che produrre 80 nuovi posti di lavoro.
Data di pubblicazione: